AFRICA, Coronavirus. Nuovi contagi in Senegal e Algeria

Ventuno i casi confermati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) nel continente; adottate misure più restrittive nei confronti dei viaggiatori provenienti dall’Italia

In Africa sono saliti a ventuno i casi di coronavirus confermati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO), dopo che nelle ultime ventiquattro ore l’Algeria ha reso noti i suoi dodici contagi (sette più di ieri) e il Senegal i suoi quattordici (tredici in più).

Si va dunque diffondendo l’epidemia e, con essa, le misure assunte dalle autorità sanitarie di diversi Paesi nei confronti dei viaggiatori provenienti dall’Italia.

Si registrano infatti le prime misure di controllo e contenimento assunte in Nigeria e nello Zimbabwe, che finora non avevano agito in questo senso, inoltre sono state rafforzate le misure di controllo e di contenimento in Uganda, dove adesso per gli italiani è previsto un periodo di autoisolamento della durata di quattordici giorni (anche in assenza di sintomi) e un ricovero obbligatorio di due settimane in presenza di sintomi.

Per entrare nello Zimbabwe è divenuto necessario presentare un certificato che attesti la negatività al Covid-19, in assenza del quale non sarà possibile far ingresso nel Paese.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso i dati aggiornati relativi ai casi confermati, mentre Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale quelli relativi alle restrizioni nei vari Paesi africani.

Nigeria. Al fine di prevenire la diffusione del virus, il governo nigeriano ha disposto controlli su tutti i passeggeri in arrivo negli aeroporti internazionali e nei porti. Ai passeggeri viene richiesta la compilazione di un questionario nel quale vanno specificate le proprie condizioni di salute e i movimenti transfrontalieri effettuati di recente.

Coloro i quali all’arrivo evidenziano sintomi sospetti vengono testati per il Coronavirus e, se risultati positivi, possono essere messi in quarantena. Dal 29 febbraio scorso le autorità locali hanno inserito l’Italia, la Corea del Sud, l’Iran e il Giappone in una lista di osservazione assieme alla Repubblica Popolare cinese, per la diffusione sul territorio del contagio da Covid-19.

Esse potrebbero comunque assumere ulteriori misure restrittive nei confronti dei viaggiatori provenienti da questi paesi, anche con scarso preavviso.

La Turchia ha disposto la sospensione del traffico aereo con l’Italia. Chi avesse acquistato un biglietto da o per la Nigeria che prevede uno scalo a Istanbul deve pertanto verificare direttamente con la compagnia aerea la sussistenza del volo e la possibilità di un eventuale imbarco.

Altre compagnie aeree potrebbero ridurre la frequenza dei collegamenti aerei tra Italia e Nigeria o introdurre limitazioni relative ai passeggeri provenienti dalle aree dove si registrano più casi di Covid-19. Si raccomanda pertanto di verificare l’operatività del proprio volo con la compagnia aerea di riferimento, prima di recarsi in aeroporto.

Gibuti. Al fine di prevenire la diffusione del Coronavirus, le autorità hanno attivato lo screening sanitario per la rilevazione della temperatura corporea di tutti i passeggeri in arrivo al locale aeroporto internazionale, effettuando controlli addizionali nei confronti dei passeggeri provenienti dalla Cina. In caso di sospetto contagio, i cittadini stranieri potrebbero essere collocati in quarantena – la cui durata è stabilita caso per caso in base alla diagnosi -, con conseguente difficoltà a lasciare il Paese del Corno d’Africa. La Turchia ha sospeso i collegamenti anche tra Gibuti e Istanbul. Altre compagnie aeree potrebbero modificare il proprio operativo voli. Si raccomanda dunque di rivolgersi direttamente alla propria compagnia aerea di riferimento per maggiori informazioni.

Uganda. Kampala ha introdotto alcune misure di contenimento includenti, tra l’altro, controlli rafforzati tramite scanner termici all’aeroporto di Entebbe oltre all’obbligo di quarantena della durata di quattordici giorni per i viaggiatori in arrivo da paesi considerati a rischio, in modo particolare da Italia, Cina, Corea del Sud, Giappone, Iran, Singapore e Thailandia.

In assenza di sintomi, saranno soggetti ad auto-isolamento obbligatorio per quattordici giorni, con monitoraggio giornaliero da parte delle autorità sanitarie locali.

In presenza di sintomi compatibili con il Covid-19, i viaggiatori provenienti da questi paesi verranno sottoposti a un ricovero obbligatorio fino a quattordici giorni presso alcuni centri di isolamento a Entebbe (Kazuri Medical Centre presso l’aeroporto e l’Entebbe Regional Referral Hospital) e a Naguru (Naguru Regional Referral Hospital).

E’ stato inoltre distribuito ai viaggiatori un documento informativo recante appositi numeri telefonici di emergenza cui fare riferimento in caso di sospetto contagio ed è stata anche avviata una campagna di informazione e prevenzione.

Zimbabwe. È stato annunciato che a tutti i viaggiatori in arrivo nello Zimbabwe dai paesi colpiti dall’epidemia di Covid-19 verrà richiesta l’esibizione di un certificato medico che attesti l’avvenuta sottoposizione a specifici esami clinici a seguito dei quali l’interessato sia risultato negativo al Coronavirus. Non sarà consentito l’ingresso ai visitatori sprovvisti di tale certificato.

Tuttavia, le autorità locali non hanno ancora fornito indicazioni specifiche sui paesi per cui tale certificato viene richiesto e neppure la validità temporale che il documento sanitario dovrà avere.

Per maggiori dettagli si rinvia al sito www.viaggiaresicuri.it del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, poiché le misure di contenimento del contagio dal virus differiscono da paese a paese, spaziando dalla semplice misurazione della temperatura corporea all’imposizione di pratiche di autoisolamento.

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