ECONOMIA, dazi commerciali. Usa, Trump minaccia la Francia per la web tax

a Washington è stata presa in considerazione la possibilità dell'apertura di un’inchiesta anche sulle web tax in procinto di essere varate in Italia, Austria e Turchia

L’amministrazione Usa è pronta a pesanti rappresaglie contro Francia e Italia se vareranno delle web tax. Washington applicherebbe dazi su formaggi, champagne, borse e profumi francesi, anche se nei confronti di Parigi non vengono escluse misure ritorsive sul 100% prodotti esportati in America, per un valore complessivo di oltre 2,5 miliardi di euro.

Questa è la minaccia dell’US Trade Representative Robert Lighthizer che per quanto concerne l’Italia prevede misure simili, dato che nella legge di Bilancio per il 2020 vien prevista un’aliquota del 3% applicabile ai colossi della Rete.

«Gli Stati Uniti agiranno contro i regimi di digital tax” che discriminano le aziende americane come Google, Apple, Facebook e Amazon», queste le dure parole dell’alto rappresentante al commercio Usa.

La nuova offensiva di Trump si colloca all’immediata vigilia del summit Nato di Londra e a poche ore dal bilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron, che avrà luogo poco dopo la scadenza dei novanta giorni di tregua che erano stati concordati con Parigi per tentare un’intesa sulla web tax.

La proposta di dazi punitivi contro la Francia verrà sottoposta a consultazione pubblica prima della sua entrata in vigore, ma nel frattempo a Washington è stata presa in considerazione la possibilità dell’apertura di un’inchiesta anche sulle web tax in  procinto di essere varate in Italia, Austria e Turchia.

L’imposta applicata sui servizi digitali approvata a Roma prevede un’aliquota del 3% sui ricavi da applicare ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni di euro e un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni.

Le soglie vanno calcolate rispetto ai ricavi conseguiti l’anno precedente; l’esigibilità dell’imposta è prevista a fine 2020, mentre il gettito previsto è di circa 600 milioni di euro annui.

La web tax approvata da Parigi lo scorso luglio prevede invece un’aliquota del 3% su ricavi superiori a 750 milioni di euro su scala globale dei quali almeno 25 milion in Francia e derivanti dai servizi digitali delle società del web. Si applicherà retroattivamente dal 1 gennaio 2019 e frutterà 400 milioni di euro solo per quest’anno.

Da Parigi si sottolinea che la tassa non è sulle imprese statunitensi, bensì sui servizi digitali e si invoca una reazione forte dell’Unione europea.

Le autorità francesi hanno già preso contatto con la nuova Commissione europea per discutere di una possibile reazione di Bruxelles alle minacce di Trump, tuttavia per la Commissione europea è il Wto è la sede corretta dove dirimere le questioni commerciali internazionali.

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