Roma, 21 marzo 2025 – Esprime soddisfazione L’Associazione italiana gestori affitti brevi (AIGAB) al termine dell’incontro di ieri, che ha fatto seguito a quello del 23 dicembre scorso, convocato presso il Viminale dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sul tema relativo all’identificazione delle persone ospitate presso le strutture ricettive.
L’IDENTIFICAZIONE DEGLI OSPITI
«Prima di Pasqua – afferma Celani -il Viminale emanerà una nuova circolare che andrà a integrare quella del 18 novembre nella quale verranno esplicitati diversi strumenti tecnologici, con diversi gradi di complessità, in modo tale che gli operatori più strutturati potranno utilizzare strumenti più complessi e diversamente host e proprietari che gestiscono da sé il proprio immobile potranno utilizzare strumenti più semplificati». In questi mesi il presidente dell’AIGAB ha continuato a dialogare con il Ministero dell’Interno, ribadendo la richiesta di validare con urgenza il riconoscimento degli ospiti da remoto tramite processi tecnologici come alternativa alla compresenza fisica; processi tecnologici che i gestori professionali di affitti brevi già utilizzano e che sono in grado di garantire il riscontro dell’ingresso degli ospiti nelle case.
ATTESA NUOVA CIRCOLARE IN MATERIA
«Abbiamo sensibilizzato il Viminale – prosegue Celani -, che ringraziamo per questo nuovo incontro, sulla tempestività necessaria per il varo della nuova Circolare in vista dei ponti di primavera e delle imminenti vacanze di Pasqua, facendo chiarezza rispetto al più corretto uso degli strumenti tecnologici esistenti». AIGAB si è recata all’incontro al Ministro dell’Interno assieme alle principali associazioni del settore, quali FIAIP e Confedilizia, oltreché piattaforme come Airbnb, Booking ed Expedia. Nel corso della riunione Celani ha ribadito che l’impatto degli affitti brevi in Italia ha raggiunto un valore di 66 miliardi di euro nel 2024, con un aumento di 10 miliardi rispetto all’anno precedente. In Italia si contano circa 9,6 milioni di seconde case non utilizzate, di cui 457.000 sono promosse con finalità di affitti brevi sulle piattaforme online (dati febbraio 2025) e ne beneficiano direttamente circa 500.000 famiglie; il 96% di queste abitazioni appartiene a singoli proprietari privati.
AIGAB
L’Associazione italiana gestori affitti brevi è nata nell’ottobre 2020 su impulso degli amministratori delegati delle principali aziende italiane che operano sul mercato del turismo professionale in appartamento, i cosiddetti affitti brevi. Del board fanno parte Marco Celani (amministratore delegato di Italianway e presidente dell’AIGAB), Michele Ridolfo (amministratore delegato di Wonderful Italy e vicepresidente dell’AIGAB), Francesco Zorgno (CEO di CleanBnB), William Maggio (presidente di Joivy) e Rocco Lomazzi con Sweetguest, tutti consiglieri dell’AIGAB. L’associazione rappresenta oltre 700 operatori professionali del settore, società con migliaia di dipendenti, oltre 41.000 case in gestione in tutta Italia e circa 690 milioni di euro di prodotto interno lordo generato nel Paese.
AFFITTI BREVI IN CIFRE
35,2 milioni: numero abitazioni residenziali presenti in Italia; 9,6 milioni: numero seconde case non utilizzate, circa il 27% del totale; 457.000 (dati febbraio 2025): numero delle seconde case per le quali esiste un annuncio online. Rappresentano solo l’1,3% rispetto al totale delle case esistenti in Italia e il 4,8% delle seconde case inutilizzate; il 25% delle case promosse online è gestito da operatori professionali/aziende di property management; 96% delle case appartiene a proprietari singoli.
Platea di riferimento degli affitti brevi: circa 30.000 operatori, professionali e non; 150.000 unità di indotto nel mondo del lavoro: personale specializzato in gestione delle prenotazioni e delle tariffe, accoglienza, manutenzioni e pulizie, oltre ad un importante indotto in termini di investimenti per ristrutturazioni e home staging, con imprese di costruzioni, architetti, fornitori di arredi, eccetera); 500.000 è il numero delle famiglie che ricorrono agli affitti brevi per integrare il proprio reddito.
Da dove provengono le case che i proprietari hanno messo a reddito con gli affitti brevi: rispetto allo stock immobiliare promosso online con finalità di affitti brevi, il 30,4% deriva da eredità ricevute, il 28,7% si riferisce ad abitazioni abitate in precedenza dai legittimi proprietari che hanno optato per un affitto temporaneo, il 26,1% era sfitto da tempo mentre solo il 2,2% è stata spostato da un affitto a lungo temine ad uno breve e solo il 12,6% è stato acquistato con finalità di investimento.
Gli Affitti Brevi in Italia: quanto valgono? Si stima che nel 2024 il settore affitti brevi abbia registrato un valore di prenotazioni dirette di oltre 13 miliardi di euro, con un indotto sul prodotto interno lordo pari a ulteriori 52 miliardi di euro in modo diretto (spese degli ospiti per ristoranti, trasporti, cultura, esperienze, shopping) e di un altro miliardo di euro per manutenzioni delle case on line per un totale di 66 miliardi (più 10 miliardi rispetto al 2023)
La capacità complessiva delle case messe a reddito in Italia con gli affitti brevi è pari a 2,5 milioni di posti letto, circa la metà del totale nazionale.