AMBIENTE, clima. Il tifone «esplosivo» è sul Giappone dopo aver rapidamente raccolto forza nel Pacifico

Forti venti e piogge torrenziali mentre “Hagibis” si avvicina. Il fenomeno, considerato pari a un uragano di categoria cinque, sta per abbattersi sull’isola di Honshu dopo la sua rapida crescita nell’oceano. Non pochi scienziati ritengono che il crescente riscaldamento globale provocherà sempre più frequentemente tifoni di questa scala sul Paese nipponico

Il tifone Hagibis, fenomeno considerato pari a un uragano di categoria cinque, sta per abbattersi sull’isola giapponese di Honshu dopo la sua rapida crescita nell’Oceano Pacifico. Nel fine settimana potrebbe interessare direttamente le aree costiere della regione di Kanto.

Si prevede che la tempesta, sulle isole di Ogasawara fino a mercoledì, continuerà a spostarsi verso Honshu, indebolendosi soltanto leggermente prima di sabato sera o delle prime ore di domenica mattina.

Le ipotesi relative al suo possibile percorso sono ancora scarsamente attendibili, è infatti possibile che si sposti verso ovest, cioè verso il Giappone centrale, oppure anche verso est, cioè nel mare.

La sua grande potenza induce a ritenere che le aree non ancora direttamente interessate dalla sua furia devastatrice potrebbero però venire colpite nella sua fase residuale. Il presidente della East Japan Railway Co., Yuji Fukasawa, ha affermato che la sua società sta prendendo in considerazione l’eventualità di una sospensione anticipata del servizio qualora la traiettoria del tifone non dovesse mutare.

A causa della sua rapida intensificazione – definita «esplosiva» dal meteorologo americano Robert Speta – il tifone Hagibis ha attirato l’attenzione di meteorologi e climatologi di tutto il mondo.

Secondo l’agenzia meteorologica nipponica, la pressione atmosferica al centro del tifone era scesa da 77 ettopascal a 915 nell’arco delle ventiquattro ore alle sei del mattino di lunedì scorso. Un ulteriore calo a 905 ectopascali era invece previsto entro la serata di mercoledì.

La tempesta è passata da una condizione tropicale a un violento tifone nel giro di poche ore, un fenomeno che in genere si verifica soltanto in presenza di determinate specifiche condizioni.

L’esempio è quello di un incendio che si tenta di estinguere versando sul fuoco non soltanto benzina, ma anche olio combustibile e bombole di gas.

Kazuhisa Tsuboki, docente presso l’Istituto per la ricerca ambientale spazio-terra dell’Università di Nagoya, ha concordato che l’intensità della tempesta, così come le sue dimensioni, sono eccezionali.

Ella ha affermato che le alte temperature della superficie marina hanno contribuito all’intensificazione del tifone, formatosi nella zona più calda dell’Oceano Pacifico, dove le temperature raggiungono i 30 gradi Celsius. Oltre a provocare ingenti danni, il tifone potrebbe causare l’interruzione della Coppa del mondo di rugby.

Venti di tale velocità costituiscono un pericolo per chiunque si trovi all’aperto, ed è possibile che siano in grado di abbattere pali della luce e lampioni, o spazzare via camion e automobili, che in ogni caso avrebbero difficoltà a mantenere la propria stabilità durante la marcia.

Non pochi scienziati ritengono che il crescente riscaldamento globale provocherà sempre più frequentemente l’abbattimento sul Giappone di tifoni della scala degli Hagibi.

 (Foto ESA)

Condividi: