CINEMA, eventi. XXI Asian Film Festival

Indonesia, Malesia, Taiwan, Giappone, Vietnam e Cina i vincitori della XXIesima edizione della manifestazione; la donna e le paure della mente umana i temi delle opere premiate. Proiettate le migliori opere della nuova cinematografia dell'Estremo Oriente

Si è conclusa a Roma, presso il Cinema Farnese ArtHouse, la XXI edizione di Asian Film Festival, manifestazione che nei suoi otto giorni di full immersion in sala ha registrato un totale sold out oltre a numerosi consensi ricevuti dalle varie categorie in concorso e fuori concorso. A venire proiettate sono state quelle che vengono considerate le migliori opere della nuova cinematografia dell’Estremo Oriente.

ASIAN FILM FESTIVAL 2024

«Un’edizione questa – dichiara al riguardo il direttore artistico Antonio Termenini – che conferma l’interesse esponenziale di pubblico e stampa nei confronti di un cinema coraggioso che, sebbene proveniente da culture lontane dall’Occidente, è in grado di comunicare forti emozioni e argomentazioni universali riflesse nelle paure, abitudini e contesti che l’essere umano si trova ad affrontare. In particolar modo quest’anno siamo orgogliosi del dialogo costruttivo instaurato dai nostri giurati che ha portato a scegliere opere uniche, tutte meritevoli di una grande distribuzione nel nostro paese. E questo è il miglior auspicio che possiamo rivolgere ai loro autori, produttori e interpreti».

CINEMATOGRAFIA DELL’ESTREMO ORIENTE

Indonesia, Malesia, Taiwan, Giappone, Vietnam e Cina sono i Paesi di provenienza dei film e degli interpreti vincitori. Tra le 17 opere in concorso, le principali argomentazioni erano focalizzate sulla donna, sulle sue difficoltà di integrazione  nei contesti sociali, religiosi e professionali del quotidiano, come anche particolare attenzione è stata dedicata ai riflessi delle paure dell’individuo sulle relazioni familiari e generazionali.  Di seguito verranno elencati i verdetti relativi alle diverse opere premiate, emessi dalla giuria presieduta da Antonio Polito e composta da Christian Carmosino Mereu ed Angelica Alemanno.

FILM PIÙ ORIGINALE

Film più originale: Women from the Rote Island (Jeremias Nyangoen, Indonesia, 2023); motivazione: potente e inatteso nel raccontare una storia vera tanto violenta quanto comune ad ogni latitudine, quella della violenza di genere. Si esprime attraverso uno sguardo originale capace di restituirci la dimensione locale della fiducia tradita, dello spazio violato, dell’orrore svelato. Un manifesto per il movimento femminista indonesiano. Ex aequo: Maryam (Badrul Hisham Ismail, Malesia, 2023); motivazione: Maryam è un originale e coraggioso ritratto del complesso di regole dettate dalla sharia, capaci di condizionare la libera scelta delle donne. Una giornata fatta di tappe irrinunciabili che conduce gli spettatori e la protagonista verso una forzata presa di coscienza e inaspettata scelta di autodeterminazione, attraverso dialoghi originali, intrepidi, violenti come armi da taglio.

MIGLIOR ATTORE

Miglior Attore: Frederick Ming Zhong Lee per “Fish memories” (Hung-I Chen, Taiwan, 2023); motivazione: Frederick Ming Zhong Lee stupisce per la versatilità e la capacità di donare al protagonista di Fish memories un fascino insolito. Elegante ed empatico, presenta la sua chiave interpretativa nel ruolo di amico, amante, fratello, nemico. Una performance senza enfasi eppure capace di esprimersi con la più ampia gamma di emozioni sul filo dell’ambiguità tra bene e male, attività e passività, bellezza e orrore.

MIGLIORE ATTRICE

Migliore attrice: Sofia Jane per Maryam (Badrul Hisham Ismail, Malesia, 2023); motivazione: Sofia Jane è Maryam. Prova estenuante per un personaggio che alterna insofferenza a sopportazione, frustrazione a coraggio, sfida ad autodeterminazione. Sofia Jane non ha altra sponda che il confronto dialettico con l’altro da sé: sorridere è impossibile, rilassarsi è vietato; una interpretazione intensa capace di esprimere insieme l’ineluttabilità del presente e la sfida del futuro.

MIGLIORE REGIA

Migliore regia: Naoko Ogigami per Ripples (Giappone, 2023); motivazione: con la sua sensibilità Naoko Ogigami è riuscita ad orchestrare con Ripples un racconto equilibrato, credibile ed efficace, Iyashi-kei eiga: «Capace di guarigione emotiva». Il film restituisce al pubblico, attraverso un personaggio ossessivo compulsivo, il fantasma delle nostre paure. Grandi temi come l’abbandono, il rancore, la malattia, la morte si trasformano con sguardo impietoso, surreale, e con tagliente ironia. La volontà di vendetta lascia il posto a una liberatoria danza sotto la pioggia, apoteosi di un’opera dalla mirabile regia.

MIGLIOR FILM

Miglior Film: Inside the yellow cocoon shell (Pham Thien An, Vietnam, 2023); motivazione: un film audace che pone al centro il tema della spiritualità quale rapporto tra fede ed esperienza terrena. Il piano sequenza perde i connotati puramente narrativi per farsi espressione metafisica del presente. Il fuori campo esprime in sé il delicato confine tra immanente e trascendente, accompagnando il pubblico verso un necessario ritorno alla specificità documentaria del linguaggio filmico. Eccezionale sintesi di profondità e controllo registico per un’opera prima.

SEZIONE NEWCOMERS

Gli studenti del Master in Traduzione Audiovisiva della UnInt coordinata dal professor Antonio Falduto, in qualità di membri della giuria per la sezione Newcomers, dedicata alle opere prime, hanno deciso di premiare il film “The cord of life”, diretto da Sixue Qiao, con la seguente motivazione: «Attraverso l’uso della musica e della fotografia, la regista riesce a trasmettere al pubblico emozioni profonde. Man mano che la storia procede, la musica pop di Alus lascia il posto a melodie folk. Il cielo nuvoloso, che incombe sulla città e sulla tragica situazione dei personaggi, si apre con colori vivaci che si manifestano con un’immagine suggestiva alla fine della storia. La regista ci fa viaggiare nelle vaste e affascinanti lande della sua terra d’origine, la Mongolia, raccontandoci la storia di un amore che trascende la memoria, sconfigge il tempo e si nutre della forza della natura, che come un flusso inarrestabile scorre nel cordone ombelicale tra madre e figlio, quel filo di vita che nessuna mano potrà mai davvero spezzare e nessuna malattia dimenticare. Per la complessità dell’argomento, la delicatezza della narrazione, la bellezza contenuta nella semplicità del racconto, mai banale, mai scontato. Per la cura nella scelta delle melodie che catturano lo spettatore, già rapito dai paesaggi mozzafiato e dalla verità ricercata nell’interpretazione degli attori, gli stessi che lo prendono per mano verso una struggente, ma necessaria, pausa emotiva che scalda il cuore e inonda gli occhi».

EVENTO E CREDITI

Alla cerimonia di premiazione hanno presenziato le rappresentanze diplomatiche delle Ambasciate di Indonesia e del Vietnam in Italia. I premiati hanno portato in video il loro saluto ed espresso il personale ringraziamento al festival. I premi sono stati disegnati dall’artista Fabio Truffa. Infine, sono stati estratti i premi in palio agli abbonati della rassegna, gentilmente offerti dall’ente del Turismo thailandese.

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