INDUSTRIA, siderurgia. Ex-Ilva, piano industriale: Usb, «ancora troppe incognite, serve subito un percorso che affronti nel merito ogni tematica»

Ad avviso di Usb, «bisogna entrare subito nel merito degli argomenti trattati oggi, esplorando con chiarezza una ipotesi organica di metodo di discussione e di programmazione delle scelte industriali che oggi sono state trattate solo superficialmente. È soprattutto necessario parlare dei lavoratori e del modo in cui si affronta il piano di garanzia e messa in sicurezza di tutti i lavoratori, anche dei millesettecento lavoratori di Ilva in AS oggi lasciati fuori dalla discussione. Stesso discorso per i lavoratori dell'appalto su cui anche oggi abbiamo chiesto conto al Governo»

«Oggi – dichiarano Francesco Rizzo e Sasha Colautti, membri dell’esecutivo nazionale confederale dell’Unione sindacale di Base -, a Palazzo Chigi  la nostra delegazione è stata ricevuta dai ministri Urso e Calderone, accompagnati dal sottosegretario di Stato Mantovano, presenti anche i commissari incaricati a dirimere la vertenza Ex Ilva. L’incontro aveva la finalità di presentare una bozza in termini generali del cosiddetto piano industriale e di rilancio di Acciaierie D’Italia, spiegando nel merito il punto di partenza della gestione dei commissari, resa complessa dalle scelte industriali e commerciali che hanno interessato gli stabilimenti industriali e che hanno portato ai minimi termini la produzione, che si attesta a un milione e seicentomila tonnellate».

IL PIANO INDUSTRIALE DEL GOVERNO

Proseguono i due esponenti sindacali: «Governo e commissari hanno spiegato l’intenzione di creare le condizioni per far marciare due impianti entro fine agosto, portandoli a tre in marcia entro il 2025 e, quindi, incrementando la produzione a sei milioni di tonnellate di acciaio all’anno. In tale contesto, viene affrontato anche il tema del futuro degli stabilimenti Ex Ilva nel quadro della transizione ecologica europea, dove l’indicazione è quella della costruzione di due forni elettrici, con l’obiettivo di mantenere invariato il target produttivo di sei milioni di tonnellate, un numero ben al di sotto degli obiettivi sottoscritti nel 2018. Emerge con altrettanta chiarezza che viene escluso in tale percorso il rifacimento dell’altoforno numero 5».

OGGI SOLTANTO TRATTAZIONE SUPERFICIALE

Ad avviso di Usb, «bisogna entrare subito nel merito degli argomenti trattati oggi, esplorando con chiarezza una ipotesi organica di metodo di discussione e di programmazione delle scelte industriali che oggi sono state trattate solo superficialmente. È soprattutto necessario parlare dei lavoratori e del modo in cui si affronta il piano di garanzia e messa in sicurezza di tutti i lavoratori, anche dei millesettecento lavoratori di Ilva in AS oggi lasciati fuori dalla discussione. Stesso discorso per i lavoratori dell’appalto su cui anche oggi abbiamo chiesto conto al Governo. Usb ha già fornito delle proposte concrete, a previsione di impatti occupazionali pesanti. Per noi, l’intervento va prodotto prima, garantendo regole innovative sul diritto al riconoscimento di lavoro usurante, l’amianto, l’accompagnamento alla pensione».

AL CENTRO IL TEMA DEI LAVORATORI

«La sostanza è che questa bozza di piano industriale apre il tema dei lavoratori e di come gestirli, lo diciamo con estrema chiarezza. Il Governo risponda alle proposte presentate da Usb per trovare soluzioni a lavoratori in carne e ossa che in questo momento stanno facendo la fame e che non possono aspettare i tempi lunghissimi prospettati di realizzazione di questo piano industriale tutto da verificare».

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