UCRAINA, conflitto e diritti umani. L’appello di Sua beatitudine Shevchuk in vista della pasqua greco cattolica

È costante l’interesse della Santa Sede nei confronti dell’Ucraina, e continua il meccanismo di scambio messo in moto dalla visita del cardinale Matteo Maria Zuppi in Ucraina per il ritorno dei bambini strappati dalle loro famiglie che si trovano oggi oltre il confine russo. È noto come la Segreteria di Stato sia attiva riguardo a questo problema, attraverso vari incontri, come dimostra anche l’interdicasteriale (l’incontro tra i rappresentanti dei diversi dicasteri vaticani) che ha avuto luogo la scorsa settimana quale seguito dell’interdicasteriale sull’Ucraina che il Pontefice aveva convocato per la prima volta nel 2019, «aggiornata» già una prima volta durante l’incontro del Sinodo della Chiesa greco cattolica ucraina del settembre 2023

ACI Stampa, 5 maggio 2024 – Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk (arcivescovo maggiore di Kyiv Halyč e capo della Chiesa greco cattolica) ha ripreso l’appello di Papa Francesco per una liberazione totale dei prigionieri di guerra tra Ucraina e Russia nel suo messaggio per la Pasqua di quest’anno. La Chiesa greco cattolica ucraina, infatti, la festeggia secondo il calendario giuliano, sebbene una recente riforma abbia stabilito che le feste a «data fissa» (come il Natale) vengano invece celebrate secondo il calendario gregoriano, per l’evento la maggiore delle Chiese sui iuris ha deciso per ora di mantenere la tradizione orientale, anche (le parole sono di Shevchuk) «in segno di vicinanza verso i confratelli ortodossi».

IL MESSAGGIO PASQUALE DI SUA BEATITUDINE

Nel suo messaggio pasquale Shevchuk ha sottolineato che «noi cristiani in Ucraina, riconosciamo che non possiamo veramente onorare appieno la passione del nostro Salvatore, i Suoi tormenti e le Sue piaghe, se non ricordiamo, non serviamo e non aiutiamo coloro che attualmente soffrono, patiscono e si trovano letteralmente nell’inferno della guerra». La settimana santa è stata dunque dedicata in particolare ai fratelli e alle sorelle che si trovano in prigionia in Russia. Sua Beatitudine ha ribadito l’appello allo scambio «tutti per tutti» fatto da Papa Francesco, che a suo avviso «deve diventare un imperativo e un appello ad azioni concrete». Egli, in modo particolare, chiede di liberare ogni donna che sia detenuta in Ucraina o in Russia: «Adoperiamoci affinché nel giorno di Pasqua questa donna possa fare ritorno dalla sua famiglia, a casa sua». Quindi, ha chiesto il ritorno a casa di tutti gli operatori sanitari, i quali, «in base al diritto internazionale non sono combattenti, ma sono coloro che salvano vite umane», infine dei sacerdoti catturati. Shevchuk ha ricordato che «sono dieci i sacerdoti, di varie Chiese e denominazioni, attualmente prigionieri in Russia: ma, possibile che oggi il mondo intero non riesca a far sì che i dieci sacerdoti possano cantare “Cristo è risorto” nelle loro chiese?»

PRETI TORTURATI E CONDIZIONI INFERNALI

Tra questi dieci figurano due sacerdoti redentoristi greco cattolici, padre Bohdan Geleta e padre Ivan Levitskyi, provenienti da Berdyansk, nella regione di Zaphorizhzia, detenuti illegalmente da quasi due anni e che, secondo alcune informazioni, sarebbero stati torturati. Sua Beatitudine ha altresì ricordato che «attualmente, circa ottomila militari ucraini sono prigionieri in Russia e sono circa milleseicento i civili che si trovano in condizioni altrettanto infernali. Impegniamoci al massimo affinché, passo dopo passo, lo scambio “tutti per tutti” divenga una realtà pasquale». Infine, Sua Beatitudine ha esortato i cristiani: «Facciamo che, da entrambi i lati della linea del fronte, noi cristiani, possiamo essere quella mano di Cristo che libera i nostri fratelli e sorelle, donne, medici e membri del clero dall’inferno della prigionia».

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