AUTOMOTIVE, Stellantis. I sindacati chiedono un incontro urgente con il Governo e Tavares, altrimenti sarà sciopero nazionale

Lo ha reso noto ieri la segreteria della Uilm, che ha richiesto un urgente incontro con il Governo Meloni e Carlos Tavares (amministratore delegato di Stellantis), paventando in caso contrario un astensione dal lavoro a livello nazionale nel settore auto. «È urgente – si afferma infatti nel documento diffuso ieri mattina dal Coordinamento nazionale Uilm di Stellantis, appositamente riunitosi a Roma -, necessaria e non più rinviabile una convocazione di un incontro istituzionale con Governo e Tavares per ottenere le giuste risposte che i lavoratori attendono da troppo tempo. Bisogna dare un seguito concreto al tavolo automotive aperto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che finora non ha dato nessuna risposta e i vertici aziendali devono fare completa chiarezza sui programmi produttivi per il nostro paese, indicando investimenti e tempistiche. In mancanza di ciò assumeremo tutte le iniziative che un sindacato determinato e responsabile deve mettere in campo per far sentire la voce dei lavoratori, proponendo lo sciopero nazionale del settore automotive alle organizzazioni sindacali con cui ci siamo già mobilitati unitariamente. A Stellantis chiediamo di completare e migliorare il piano industriale per l’Italia, assegnando vetture non esclusivamente elettriche e di larga diffusione. In tutte le fabbriche devono essere inoltre garantite condizioni di vivibilità e di decoro e devono essere predisposte postazioni idonee per le maestranze con ridotte capacità lavorative. Stellantis deve scegliere se confermare o rinnegare quel principio della partecipazione su cui è stato fondato lo stesso Ccsl. Al Governo chiediamo responsabilità nel garantire condizioni di competitività al settore automotive che altrimenti sarà devastato da una transizione all’elettrico mal concepita e mal gestita».

Alla Uilm si sottolinea altresì come a soffrire non siano soltanto i lavoratori di Stellantis «ma anche quelli dell’indotto, della componentistica e dei servizi, verso cui occorre sia responsabilità sociale da parte di Stellantis sia strumenti concreti di tutela da parte di un Governo che più volte ha promesso di intervenire, ma che fino ad ora non ha fatto nulla. Anche l’arrivo di un eventuale secondo produttore potrebbe essere positivo solo qualora si aggiungesse a un consolidamento e ad un rilancio di Stellantis e non certo se arrivasse in sua sostituzione totale o parziale, come sembra adombrare lo stesso Governo. Va insomma scongiurato il divorzio fra l’Italia e Stellantis che più volte proprio il Governo ha minacciato e che evidentemente sarebbe una sciagura per i 40.000 lavoratori diretti e le decine di migliaia dell’indotto Governo e Stellantis devono assumersi le loro responsabilità nell’interesse dei lavoratori e della economia nazionale».

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