MEDIO ORIENTE, guerra a Gaza. Rafah, probabile prossimo attacco: l’esercito israeliano ammassa corazzati al confine con la Striscia

Le Forze di difesa israeliane stanno ammassando decine di mezzi corazzati e blindati lungo il confine meridionale con la striscia di Gaza, dinamica che lascerebbe intendere a preparativi di una operazione militare nell’area della città di Rafah, che confina con l’Egitto. La notizia è stata resa nota da un inviato dell’agenzia di stampa Associated Press, giornalista che ha preso visione del movimento delle unità dell’esercito dello Stato ebraico nei pressi del valico di Kerem Shalom. Dopo la riunione del gabinetto di guerra israeliano che ha avuto luogo nella giornata di oggi, seguita da una successiva del gabinetto di guerra limitato, in serata un alto funzionario di Gerusalemme ha riferito a “Ynet” che «non c’è contraddizione tra un’operazione a Rafah e un accordo per la restituzione degli ostaggi», aggiungendo che «più ci avviciniamo a Rafah, più il coinvolgimento egiziano aumenta, naturalmente». Al riguardo va rilevato come sempre nella giornata di oggi una delegazione di elevato livello dell’intelligence del Cairo si era recata a Tel Aviv allo scopo di interloquire con gli omologhi israeliani, incontro che ha fatto seguito a quello dei giorni scorsi in Egitto. I movimenti di truppe al confine con la striscia di Gaza avrebbero dunque una relazione con il possibile futuro attacco di Tsahal alle formazioni armate islamiste palestinesi asserragliate nella città di confine, seppure non sono stati esclusi eventuali positivi sviluppi derivanti dalla mediazione dei mukhabarat di al-Sisi. «Dovremo provarci in tutti i modi – ha proseguito il citato funzionario israeliano -, gli egiziani partecipano alla mediazione da molto tempo e ora sono molto motivati poiché vogliono che si raggiunga un accordo». Le rivelazioni del funzionario israeliano vengono esternate contestualmente alla notizia dell’accantonamento da parte di Israele della precedente ipotesi esplorata relativamente a uno scambio di quaranta ostaggi tenuti prigionieri da Hamas quale parte di un eventuale accordo.

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