FRANCIA, elezioni politiche anticipate. Secondo turno: ridimensionata la destra della Le Pen (terzo partito); consensi alla sinistra di Mèlenchon, ma nessuno ha la maggioranza assoluta

Ora la Francia entra in una fase di incertezza determinata dall’assenza (per il momento) di equilibri politici che fungano da base per la formazione di una coalizione in grado di governare

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Come era accaduto in precedenza, l’elettorato francese ha arginato l’estrema destra. Infatti, chiamato alle urne per rinnovare l’Assemblea nazionale a seguito dell’indizione di elezioni politiche anticipate da parte del Presidente della Repubblica Emanuel Macron dopo la disfatta alle europee del 9 giugno scorso,  ha risposto con una maggiore affluenza ai seggi rispetto al primo turno e ha conferito ulteriori consensi ai due blocchi, quello della sinistra e quello macroniano.

RIDIMENSIONATA LA DESTRA DELLA LE PEN

Dagli exit poll emerge il clamoroso trionfo di Mèlenchon e del Fronte Popolare, alle otto della sera era in testa il Nuovo Fronte Popolare di Jean-Luc Mélenchon, seguita dalla coalizione Ensemble di Macron e quindi dal Rassemblement National di Le Pen Marine Le Pen e del suo alleato Eric Ciotti. Risultano dunque stravolti i risultati del primo turno delle elezioni. Va ricordato che le consultazioni legislative per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento francese si erano svolte il 30 giugno (primo turno) e, il ballottaggio, oggi, 7 luglio. I francesi hanno così asegnato i 501 seggi ancora scoperti, invertendo la tendenza politica a una settimana di distanza dalla vittoria del RN.

PRENDE AVVIO UNA FASE DI INCERTEZZA

Ora la Francia entra in una fase di incertezza determinata dall’assenza (per il momento) di equilibri politici che fungano da base per la formazione di una coalizione in grado di governare. E, se il Presidente Macron invita alla prudenza riguardo alle possibili scelte futuro per il governo, «i risultati non consentono risposte – ha egli sottolineato pubblicamente -, seppure il blocco centrista sia vivo», l’estrema sinistra di Mélenchon reclama la guida del Paese, lasciando quello che si riteneva dovere divenire il nuovo primo ministro della destra lepenista, Jordan Bardella, alle classiche recriminazioni e ai comunicati di circostanza degli sconfitti, «la Francia gettata in braccia dell’estrema sinistra», ha dichiarato, di chiaro permane soltanto il fatto che non si sa chi potrà davvero governare. O, forse, anche che è iniziata la fase nella quale qualcuno (Macron? La Le Pen?) si usurerà, in attesa delle prossime elezioni presidenziali.

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