ENERGIA, petrolio. Guerra nello Yemen: gli houti attaccano gli impianti sauditi

In Italia si registra l’allarmata pesa di posizione degli operatori del settore Oil & Gas: secondo Michele Marsiglia (presidente di FederPetroli Italia) «nelle prossime ore ci vedremo costretti a osservare la situazione locale prima di decidere quali potrebbero essere le eventuali alternative nel settore della logistica e dell’approvvigionamento del greggio, ovviamente qualora la situazione si deteriori al punto da richiederlo»

«Ritorniamo a qualche anno fa con l’attacco alla raffineria Aramco e oggi, lo Yemen rivendica l’attacco ai depositi petroliferi dell’Arabia Saudita».

«Non ci meraviglia – sostiene in un comunicato stampa il presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia – che l’attacco sia avvenuto in un periodo delicato e a seguito di un vertice Opec che è stato cauto nelle quote di produzione. E anche vero che il conflitto tra Arabia Saudita e Yemen si trascina ormai da anni, tutavia l’attacco portato qualche ora fa è un segnale preciso alla commercializzazione e alla esportazione del greggio sulle tratte internazionali. Nelle prossime settimane sarà possibile che si verifichino altri attacchi, come anticipato anche dalle milizie Houthi».

Le prospettive si fanno critiche, infatti Marsiglia non esclude l’orientamento verso alcune alternative.

«A questo punto – ha egli infatti affermato -, nelle prossime ore ci vedremo costretti a osservare la situazione locale prima di decidere quali potrebbero essere le eventuali alternative nel settore della logistica e dell’approvvigionamento del greggio, ovviamente qualora la situazione si deteriori al punto da richiederlo».

«Intanto – conclude infine il presidente di FederPetroli Italia – il prezzo del greggio continua a salire toccando quota settanta dollari al barile».

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