ETIOPIA, conflitto nel Tigrè. Non si arresta l’esodo dei profughi verso il confinante Sudan orientale

Attualmente più del 30% dei rifugiati ha un’età inferiore ai diciotto anni, mentre il 5% di essi ne ha più di sessanta. Il fabbisogno finanziario stimato per la copertura degli interventi umanitari emergenziali da effettuare nel primo semestre del 2021 ammonta a 156 milioni di dollari, ma finora i donatori hanno ne hanno promessi soltanto 40

La situazione nelle zone del paese dell’Africa orientale interessate dall’ultimo recente conflitto continua a essere drammatica. È del 5 gennaio scorso la notizia diffusa dall’UNCHR, agenzia dell’ONU per i rifugiati, che circa ottocento cittadini etiopici avevano fatto ingresso ​nel confinante Sudan orientale nei primi giorni del nuovo anno, portando la cifra complessiva di profughi fuggiti dalla regione del Tigrè a oltre 56.000 dall’inizio di novembre.

In questo momento il numero di arrivi giornalieri risulta inferiore rispetto a quello dell’inizio della crisi, quando i combattimenti nella regione erano particolarmente intensi e migliaia di persone abbandonavano quotidianamente le zone di guerra, tuttavia, non sono cessate le violenze e gli per la popolazione civile.

Riferisce sempre l’UNCHR che gli ultimi profughi che hanno attraversato la lunga frontiera col Sudan affermano di essere rimasti coinvolti nel conflitto e di essere stati vittime delle azioni compiute dai vari gruppi armati.

Durante e dopo il conflitto nel Tigrè sono infatti avvenuti saccheggi di case, reclutamenti forzati di uomini e ragazzi e diffusi episodi di violenza sessuale contro le donne.

Attualmente più del 30% dei rifugiati ha un’età inferiore ai diciotto anni, mentre il 5% di essi ne ha più di sessanta.

In Sudan due dei centri di accoglienza allestiti presso la linea di frontiera con l’Etiopia sono sovraffollati e rappresentano quindi un rischio per la sicurezza delle persone che si trovano al loro interno, una realtà che ha costretto UNHCR e il Governo sudanese a iniziare un rapido trasferimento dei rifugiati in un nuovo sito allestito nel Paese africano.

Khartoum e le varie agenzie umanitarie hanno incrementato lo sforzo profuso nell’assistenza alla crescente massa di profughi. Attualmente più di venti agenzie sarebbero attive sul posto, ma si richiedono maggiori risorse al fine di sostenere questa gravosa operazione umanitaria.

Infatti, si registrano seri problemi per quanto concerne l’approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari nei campi di raccolta e nelle aree di accoglienza, ai quali si aggiunge il rischio contagio da Covid-19, che imporrebbe un aumento delle misure di prevenzione, inclusa la predisposizione di strutture di isolamento.

Gli operatori umanitari sottolineano inoltre la necessità di finanziamenti aggiuntivi a copertura delle spese per la progettazione e la realizzazione di alloggi, che migliorerebbero le condizioni di vita dei rifugiati nei campi, soprattutto in previsione della prossima stagione delle piogge, il cui inizio è previsto per il mese di maggio.

Il fabbisogno finanziario stimato per la copertura degli interventi umanitari emergenziali da effettuare nel primo semestre del 2021 ammonta a 156 milioni di dollari, ma finora i donatori hanno ne hanno promessi soltanto quaranta.

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