TERRORISMO, Sri Lanka. Un anno fa gli attentati anticristiani: dall’arcivescovo di Colombo parole di riconciliazione

Nell’attentato di Pasqua rimasero uccise almeno 279 persone. Il cardinale Ranjith: «I cattolici hanno perdonato»

Le chiese chiuse, senza celebrazioni pubbliche, in Sri Lanka le hanno già sperimentate. È successo dopo gli attentati di Pasqua dello scorso anno, quando gli attacchi a tre chiese e tre alberghi provocarono 279 morti e circa 500 feriti.

Tuttavia, a un anno di distanza da quei tragici fatti il cardinale Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha voluto egualmente lanciare un messaggio per la Pasqua, dichiarando pubblicamente che «i cattolici hanno perdonato».

Il 21 aprile ricorrerà il primo anniversario degli attentati, le commemorazioni avverranno in privato, poiché anche l’isola estrema propaggine del subcontinente indiano, al pari del resto mondo, è colpita dalla pandemia da coronavirus. In ogni caso le celebrazioni saranno particolarmente sentite, infatti, molti cristiani nel Paese si stanno battendo affinché venga stabilita la verità sugli attacchi terroristici e anche per ricostruire un clima di fiducia tra cattolici e musulmani.

È a questo scopo che durante la messa di Pasqua Ranjith si è espresso simbolicamente, affermando che: «Non sono morti solo i cattolici a causa degli attacchi, ma anche buddhisti, induisti e musulmani. Avremmo potuto rispondere con egoismo, pensando come esseri umani, ma allo stesso tempo dobbiamo vivere il messaggio di Cristo ed amare i nemici che ci hanno ucciso».

Egli ha poi aggiunto: «È nella natura umana ferire le persone con la rabbia, ma abbiamo messo da parte quella natura umana e scelto la vita della resurrezione del Signore. E resurrezione significa completo rifiuto dell’egoismo. Abbiamo avuto pietà degli attentatori e chiesto loro di non ripetere queste cose. Abbiamo insegnato loro la lezione di non odiare nessuno in alcun modo: questo è ciò che significa civiltà, ed è la resurrezione».

La Pasqua dello scorso anni a uccidere furono nove attentatori suicidi islamisti, che attaccarono in maniera coordinata la chiesa di San Sebastiano a Negombo, il santuario di Sant’Antonio a Kotahena e la Chiesa evangelica Sion a Batticaloa. In seguito, le prime due sono state riaperte ai fedeli, mentre la terza, quella di rito evangelico, è ancora in fase di ricostruzone.

La Conferenza episcopale dello Sri Lanka ha chiesto al governo di istituire una commissione d’inchiesta indipendente che possa condurre un’investigazione imparziale e assicurare i colpevoli alla legge.

L’ex presidente Maithripala Sirisena aveva istituito una commissione presidenziale per investigare sugli attentati, così ha fatto anche l’attuale presidente, Gotabaya Rajapaska. Fino a oggi le autorità di sicurezza bengalesi hanno arrestato 135 terroristi implicati negli attacchi.

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