CULTURA, narrativa. La scomparsa di Luis Sepulveda

Lo scrittore, poeta e sceneggiatore cileno è deceduto in un ospedale delle Asturie a causa del Covid-19. Aveva settant’anni e in passato era stato al fianco di Allende fino al suo assassinio

All’età di settanta anni è deceduto oggi a causa di complicazioni indotte dal Covid-19 lo scrittore cileno Luis Sepulveda, autore di numerosi best sellers e uomo da sempre attivo sulla scena sociale.

Sepulveda avrebbe dovuto recarsi in Italia lo scorso mese di marzo per trattare il tema del “coraggio” al festival dei piccoli e medi editori “Più libri più liberi”, evento sospeso a causa della diffusione della pandemia da coronavirus.

Sue sono opere quali “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, con la quale si era affermato sulla scena internazionale, e “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare”, successivamente trasformata in soggetto e divenuta anche un film d’animazione per la regia Enzo D’Alò.

Nato a Ovalle, in Cile, Sepulveda visse la sua gioventù nella città di Valparaiso con lo zio e il nonno, quest’ultimo andaluso ed esule anarchico durante la dittatura franchista in Spagna.

Inizialmente aderente alla Gioventù comunista cilena, si iscrisse in seguito al Partito socialista, divenendo amico e guardia del corpo di Salvatore Allende, al quale rimase al fianco fino al tragico giorno della morte di quest’ultimo, ucciso dai militari durante il golpe del generale Augusto Pinochet.

Arrestato due volte e condannato all’esilio durante la dittatura, Sepulveda era un ecologista convinto e fortemente critico nei confronti del neoliberismo. Naturalizzato francese dopo l’espatrio seguito alla sua liberazione – ottenuta grazie alle pressioni internazionali, esercitate in particolare da Amnesty International – venne costretto all’esilio.

Nel 1979 si trasferì in Nicaragua, dove si unì alle Brigate Internazionali Simon Bolivar, quindi tornò in Europa, prima ad Amburgo e poi in Francia, paese che lo naturalizzò. Riottenne la cittadinanza cilena nel 2017, ma rimase a vivere a Gijon, nelle Asturie, dove si era stabilito nel 1996 assieme alla moglie, la poetessa Carmen Yáñez.

Il suo ultimo romanzo pubblicato in Italia è “La fine della storia”, mentre l’ultima favola scritta è “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”.

Tra le sue opere si ricordano “Storia di un topo e del gatto che diventò suo amico” e “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”.

«Delle mie favole sono sempre protagonisti animali – egli affermava di frequente – e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio».

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