MEDIO ORIENTE, conflitti e guerre parallele. I «proxi» di Teheran attaccano le basi americane in Iraq e Siria

L’ultima azione di rilievo è stata compiuta giovedì scorso dalle milizie aggregate nella coalizione della “Resistenza islamica”, che hanno colpito la base aerea di Erbil, nel Kurdistan iracheno, struttura di fondamentale importanza a fini sia operativi che dell’alimentazione logistica delle unità attive nelle regioni a ridosso della Turchia e delle zone controllate dal governo di Damasco sostenuto dai russi

a cura di Shorsh Surme, pubblicato sul periodico “Panorama Kurdo” l’11 novembre 2023, https://www.panoramakurdo.it/2023/11/11/kurdistan-guerra-di-gaza-decine-di-attacchi-contro-le-basi-statunitensi/ Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che i recenti attacchi contro le truppe statunitensi in Siria e Iraq evidenziano il rischio che il conflitto tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza possa diffondersi nella regione.

PREOCCUPAZIONI PER LA POSSIBILE ESTENSIONE DEL CONFLITTO

«Siamo molto preoccupati per gli sviluppi che abbiamo visto non solo in Siria ma anche in Iraq», ha dichiarato il portavoce Stephane Dujarric alla testata curda “Sinan Tuncdemir” nel corso di una conferenza stampa, riferendosi egli agli attacchi compiuti da un gruppo di miliziani filoiraniani contro le truppe statunitensi. «Sono un’indicazione del rischio di ulteriore diffusione del conflitto a cui abbiamo assistito. È dovere di tutti rispettare l’integrità territoriale della Siria e dell’Iraq e impegnarsi alla massima moderazione possibile allo scopo di non incrementare il rischio di allargamento delle ostilità», ha poi aggiunto.

LA RESISTENZA ISLAMICA IN IRAQ

La Resistenza Islamica in Iraq (coalizione di milizie filoiraniane) ha rivendicato la responsabilità di dozzine di attacchi con droni e razzi contro le truppe statunitensi nella regione del Kurdistan, in Iraq e in Siria, azioni compiute a partire dal mese scorso in reazione al sostegno fornito da Washington a Israele nella guerra contro Hamas combattuta nella striscia di Gaza. Il portavoce del Pentagono, brigadier generale Pat Ryder, ha reso noto ai giornalisti che dal 17 ottobre scorso sono stati registrati un totale di trentotto attacchi contro le truppe americane, venti in Iraq e diciotto in Siria. Secondo il portavoce del Pentagono, quarantacinque membri del personale militare statunitense sono rimasti feriti, tutti prima degli attacchi di ritorsione effettuati il giorno 26 ottobre dagli americani contro le strutture utilizzate in Siria da gruppi affiliati al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC).

ATTACCO DEI «PROXI» DI TEHERAN ALLA BASE USA DI ERBIL

Duemilacinquecento militari americani in Iraq e novecento in Siria stanno guidando una coalizione internazionale nel quadro dell’operazione “Inherent Resolve”, che ha lo scopo di assistere le forze curde, irachene e siriane, nel contrasto dello Stato islamico (Islamic State, IS), che nel recente passato era giunto a controllare vaste porzioni del territorio iracheno e siriaano, orgaanizzazione jihadista che in seguito, nel 2019, è stata dichiarata «territorialmente sconfitta». Giovedì sera il deposito della base aerea di Harir, nella provincia di Erbil, struttura che ospita le truppe statunitensi, è stato gravemente danneggiato da un incendio provocato dall’attacco portato mediante due droni suicidi, azione successivamente rivendicata dalla  citata formazione filoiraniana.

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