INDUSTRIA, siderurgia. Settore strategico: il governo chiede un impegno all’azioni sta di maggioranza estero

Mentre le Regioni Liguria, Piemonte, Sardegna e Toscana richiedono al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di convocare con urgenza il tavolo nazionale relativo alla vertenza Sanac, azienda da tempo posta in amministrazione straordinaria di cui i quattro stabilimenti industriali rifornivano di materiali refrattari gli impianti dell’ex Ilva (oggi Acciaiaierie d’Italia), i sindacati di base permangono sulle loro posizioni, accusaando il Governo di «avere agito nell'ombra in merito al memorandum con Arcelor Mittal». La replica del titolare del dicastero direttamente investito della questione, il ministro Adolfo Urso

«Due ministri e due audizioni non bastano a farci cambiare idea su come questo Governo abbia agito nell’ombra in merito al memorandum con Arcelor Mittal – hanno dichiarato oggi in una nota Franco Rizzo (membro dell’esecutivo confederale di Usb) e Sasha Colautti (di Usb nazionale) -, accuse di mancanza di trasparenza arrivano direttamente da Invitalia e i tavoli sindacali non hanno mai accennato a questa iniziativa condotta dal ministro Fitto (Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, n.d.r.)». Ad avviso dell’Unione sindacale di base (Usb) «la pazienza dei lavoratori è davvero finita» poiché «la multinazionale non ha mai rispettato gli accordi e non è in grado di fornire alcuna garanzia, quindi – concludono i due sindacalisti – per noi il percorso che guarda a lavoro, salute e ambiente non può prescindere dal controllo pubblico di Acciaierie d’Italia».

IL CONTROVERSO MEMORANDUM CON ARCELOR MITTAL

Il ministro Urso è intervenuto sulla questione in una intervista concessa nel pomeriggio di ieri al giornalista Lanfranco Palazzolo di Radio Radicale, nel corso della quale, parlando del futuro dell’Ilva, ha esordito affermando che: «È fondamentale per l’industria manifatturiera italiana avere dietro di sé una siderurgia competitiva a livello globale (…) per questo siamo assolutamente convinti che bisogna preservare, rafforzare e accompagnare nella riconversione green e industriale la siderurgia italiana. Lo stiamo facendo a Taranto con Acciaierie d’Italia, che può affermare la sua leadership in Europa; lo stiamo facendo a Piombino, dove finalmente si registrano segnali importanti e significativi di interesse, non soltanto dell’investitore indiano già presente, ma anche di altri investitori esteri; lo stiamo facendo a Terni completando e accompagnando l’investitore italiano in quell’importante sito siderurgico; lo stiamo facendo supportando le acciaierie del Nord del nostro paese.

NECESSARIO UN PIANO SIDERURGICO NAZIONALE

«Siamo pienamente convinti – ha egli quindi aggiunto – che l’Italia debba realizzare appieno un piano siderurgico nazionale che soddisfi le esigenze delle nostre imprese e che sia competitivo a livello europeo». In merito alle eventuali ulteriori risorse da impiegare per il rilancio del settore siderurgico italiano, Urso ha fatto riferimento agli interventi di inizio legislatura, «per fare  un quadro normativo che potesse facilitare la governance dell’azienda e, in quel contesto, abbiamo anticipato 680 milioni di euro che possono essere convertiti in capitale in ogni momento e ovviamente siamo impegnati. di qui il confronto con l’investitore Arcelor Mittal, affinché, a fronte delle risorse che lo Stato italiano può attivare, anche utilizzando al meglio i fondi europei, ci sia analogo e significativo impegno da parte dell’azionista di maggioranza privato estero».

IL GOVERNO CHIEDE UN IMPEGNO ALL’AZIONISTA DI MAGGIORANZA ESTERO

«Escludiamo con certezza la chiusura degli impianti o la liquidazione dell’azienda – ha concluso Urso – e siamo ben determinati affinché ci siano tutte le condizioni per il pieno sviluppo di questo investimento, particolarmente impegnativo, per la riconversione industriale e ambientale di tutta l’area». Sempre nella giornata di ieri, lo stesso ministro dell’Industria e del made in Italy aveva dichiarato all’agenzia Ansa come negli «ultimi travagliati anni» la produzione si fosse attestata «ben al di sotto delle performance storiche e indispensabili per la sostenibilità occupazionale e di mercato di Ilva». Urso, audito presso le Commissioni della Camera dei Deputati competenti per materia riguardo alle prospettive industriali del sito siderurgico di Taranto, ha assicurato che «l’impegno del governo è di evitare ad ogni costo la chiusura dello stabilimento ovvero per inerzia e la liquidazione dell’azienda».

PRODUZIONE AL DI SOTTO DELLE PERFORMANCE INDISPENSABILI

«Mentre percorriamo questa strada – ha egli sottolineato – dobbiamo garantire agli impianti la tutela della sicurezza sul lavoro e il raggiungimento dei livelli di produzione necessaria cominciando dagli investimenti, che non sono più assolutamente rinviabili, nonché il prolungamento di tutti gli strumenti sociali necessari per gestire questa fase di transizione, e l’impegno che ovviamente il governo ha messo sin dall’inizio della legislatura, in piena consapevolezza di quanto importante sia questo sito strategico siderurgico nel quadro della produzione siderurgica italiana che ci impegna anche sugli altri tre asset che vi ho descritto, il polo di Piombino e quello di Terni».

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