VATICANO, papi e conflitti. Un libro sulle voci dei pontefici contro la guerra

Si tratta dell’ultimo saggio di Giampiero Gamaleri, che a seguito di un’approfondita ricerca storica è stato in grado di evidenziare come da oltre Tevere, dallo scranno petrino siano intervenuti in favore della pace

a cura di Cristina May Patucchi, architetto e storica dell’arte – Nella splendida cornice di Palazzo Ruspoli ieri pomeriggio è stato presentato il nuovo libro di Giampiero Gamaleri “La voce di 12 Papi contro la guerra” con l’editore Luciano Lucarini che fa’ da moderatore al lancio nazionale. Il libro è dedicato a Ratzinger perché l’autore, ex consigliere d’amministrazione della Rai e autorevole analista dei media presso prestigiose università europee, è stato colpito dalla scelta del nome di Benedetto XVI. La scelta era stata fatta dal Papa per un riferimento al precedente Papa Benedetto XV che si era trovato ad operare, durante il suo pontificato, per tutto il conflitto della prima guerra mondiale. La guerra, fu definita da lui, per la prima volta da un Papa, come strage inutile e sull’impossibilità nel partecipare contro la cattolica Austria. Forse Ratzinger sentiva di dover operare verso la pace, nonostante non sia stato un papa geopolitico come gli altri ultimi che abbiamo conosciuto e di cui il libro dà testimonianza.

L’INTERVENTO DEL CARDINAL FILONI

Il primo intervento è di cardinale Fernando Filoni seguito dalla platea, con particolare interesse, in quanto è stato Nunzio apostolico in Iraq durante l’ultima guerra, quindi un diretto testimone delle atrocità che comporta. Subito riferimenti all’attualità di Papa Francesco con i suoi negoziati di pace. Il cardinale Filoni dice che nel vangelo, il pianto, la commozione di Gesù Cristo avviene tre volte. Le prime due quando si trova di fronte alla morte: la madre che ha perso la sua bambina e la morte dell’amico Lazzaro, mentre la terza avviene guardando Gerusalemme e la sua distruzione. È evidentemente, secondo il cardinale il destino dei Papi, di agire come il Cristo, piangere e commuoversi di fronte alla morte e quindi alla guerra. Per questo motivo nel corso degli anni si sono adoperati affinché regni la pace fra i popoli, visto che la guerra equivale alla morte e alla devastazione totale. Il libro è un excursus storico di questi dodici papi e di come hanno combattuto la guerra, attraverso diverse forme. Un’antologia delle loro azioni di pace e il cardinale non può che parlarne dal punto di vista teologico, oltre al suo essere testimone diretto avendo vissuto sui luoghi in cui avveniva il conflitto.

LE OPINIONI DI NANNI E DI POLITI

Seguono gli interventi del giornalista, scrittore Mario Nanni e del vaticanista Marco Politi che esprimono la loro opinione sul libro da un punto di vista storico critico. Il primo dice che la storia stessa è un susseguirsi di conflitti di cui il responsabile è l’uomo come affermato da Paolo VI nel suo emblematico intervento all’Onu. Il Papa parlò di pace come bene instabile da salvaguardare ponendo le basi per tutte le azioni future di contrasto alla guerra. Il secondo, attraverso una serie di esempi e aneddoti, riguardanti i diversi papi ed i loro portavoce. Parla di responsabilità enormi nei confronti di chi persegue la prosecuzione di un conflitto, citando direttamente una frase di Joaquín Navarro Valls che fu il portavoce storico di Papa Wojtyla. Ora ci troviamo in un momento storico estremamente grave per via della guerra in Ucraina. Papa Francesco viene continuamente nominato, da tutti i relatori, per la sua opera di mediazione super partes. Il Papa non può che esserlo, e lo stesso Francesco lo dice paragonando la sofferenza delle madri dei morti in guerra, sia russe che ucraine. Si tratta dello stesso dolore e, per un credente, un cristiano, non possono esserci differenze di pietà di fronte al dolore di queste madri.

UNA LETTERA DEL PONTEFICE

Termina l’incontro, l’intervento dell’autore, Giampiero Gamaleri, che si limita a leggere, con commozione, una lettera del Pontefice che non si aspettava di ricevere, dopo avergli spedito una copia del volume. Papa Francesco ha inaspettatamente risposto con una lettera amichevole in cui oltre ad approvare il libro, che si riferisce all’importanza del lavoro di divulgazione dei giornalisti. Questo lavoro può essere positivo se si adopera per il bene e la pace. Il Papa ha allegato al suo scritto anche delle foto, che lo scrittore definisce cartoline, a suo avviso emblematiche. Ne mostra due alla platea. La prima è la foto del bambino che porta il fratellino morto sulle spalle, dopo la bomba di Nagasaki, mentre la seconda è sempre di un bambino presentato dalla mamma al Papa. L’orrore della guerra e la speranza nelle nuove generazioni. Il Pontefice, si rammarica di non aver potuto soffermarsi con quella mamma e quel bambino, che venivano a lui, per via della velocità del mezzo su cui viaggiava e da cui è stata scattata la fotografia.

LA PIETAS CRISTIANA

Torna pertanto il paragone con le madri e i figli per la pietà cristiana e per l’importanza della scelta dei Papi nel loro percorso di operatori di pace. Papa Francesco non è semplicemente o banalmente un pacifista ma compie un’analisi realista. Un po’ come il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella quando si è mostrato contrario alla richiesta dell’Ucraina di negare l’esibizione dei musicisti russi al teatro alla Scala di Milano. Preoccupazione del Capo dello Stato per la generazione di «Odio tossico», così come è la stessa preoccupazione dell’ attuale pontefice, pur riconoscendo un aggressore e un aggredito, nei confronti della vicina guerra russo-ucraina. Da sottolineare la presenza dell’attore Pippo Franco che è stato compagno di liceo dell’editore Luciano Lucarini all’istituto Virgilio di Roma e quindi da lui presentato e ringraziato per la partecipazione alla presentazione del libro.

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