Il presidente ciadiano Idriss Deby Itno è morto a causa delle gravi ferite subite domenica scorsa mentre si trovava lontano dalla capitale in una zona contesa ai ribelli jihadisti. Fonti di N’Djamena riferiscono che il presidente, appena rieletto dopo aver ricoperto la massima carica dello Stato africano per trenta anni, aveva raggiunto le forze armate che si trovavano impegnate in combattimenti contro i ribelli.
La versione ufficiale è che Deby sia stato colpito mentre guidava l’esercito in una operazione militare contro una colonna di ribelli del FACT, che come spesso si verifica era penetrata nel Ciad da una delle sue basi situate nel sud della confinante Libia.
Non appena Deby è morto è stato sostituito al vertice dello Stato centro africano da una giunta formata da militari e presieduta da uno dei suoi figli, Mahamat Idriss, che ha sciolto il parlamento e promesso nuove elezioni presidenziali, ma soltanto al termine di una transizione della durata di diciotto mesi.
In seguito la giunta militare ora al potere ha imposto il coprifuoco nel Paese e la chiusura delle frontiere.
Mahamat Idriss, trentasette anni, ricopre il grado di generale ed è al comando della Guardia presidenziale, unità – al pari di altre similari nel panorama africano – bene addestrata e nella fiducia dei detentori del potere.
Idriss Deby Itno, che era un ufficiale dell’esercito ciadiano, era stato proclamato alla presidenza proprio nella giornata di ieri, questo a seguito delle consultazioni elettorali che avevano avuto luogo l’11 aprile scorso. Si sarebbe trattato del suo sesto mandato consecutivo.
Da Parigi – ex potenza coloniale che su Deby contava e sosteneva anche militarmente quale storico alleato nell’area – si rende noto che la Francia «ha perduto un amico coraggioso» e che «si auspica un rapido ritorno al potere dei civili».
Il Ciad è un paese membro del G5 Sahel, alleanza regionale impegnata nel contrasto delle formazioni jihadiste attive nella regione.