INFRASTRUTTURE, Ponte Morandi. Inchiesta per il crollo: arrestati manager ed ex vertici di Autostrade

Evidenziate le criticità nei termini della sicurezza delle barriere fonoassorbenti del tipo integrate modello “Integautos” installate sulla rete autostradale

La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di misure cautelari nei confronti di ex vertici e di alcuni degli attuali manager di Autostrade per l’Italia. Le accuse formulate ei loro confronti sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

Il viadotto Polcevera, noto come «Ponte Morandi» , con i relativi svincoli, costituiva il tratto finale dell’autostrada italiana A10 (gestita dalla concessionaria Atlantia), a sua volta ricompresa nella strada europea E80. Fu progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi e venne costruito fra il 1963 e il 1967 e scavalcava il torrente Polcevera e i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano di Genova.

L’inchiesta. Questa mattina i militari della Guardia di Finanza di Genova, coordinati dai Procuratori aggiunti Paolo D’Ovidio e Walter Cotugno, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari, nei confronti di tre ex manager e tre attuali dirigenti della Società Autostrade per l’Italia S.p.a., si tratta di tre arresti domiciliari e tre misure interdittive.

L’inchiesta giudiziaria è stata avviata un anno fa dopo l’analisi da parte dei finanzieri di alcuni dei documenti acquisiti nel corso dell’indagine sul crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a quarantatré persone. Tra questi, anche un’intera famiglia, padre madre e la piccola Kristal di soli nove anni.

A seguito dell’analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita nell’inchiesta principale legata al crollo del Ponte Morandi, sono state evidenziate le criticità nei termini della sicurezza delle barriere fonoassorbenti del tipo integrate modello “Integautos” installate sulla rete autostradale.

L’analisi della documentazione, le indagini tecniche effettuate e l’assunzione di plurime testimonianze hanno portato alla raccolta di numerosi e gravi elementi indiziari e fonti di prova in capo ai soggetti colpiti dalla misura, in ordine alla:

consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese); in particolare, è emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti;

volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi;

frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla convenzione tra Autostrade e lo Stato) e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione (obbligatoria) all’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

Stante il grave quadro indiziario emerso dalle indagini, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Genova, ha emesso l’odierna ordinanza applicativa di misure cautelari personali.

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