MATERIE PRIME, terre rare. Energie alternative, progetti «green» e approvvigionamento di magneti permanenti: «Downing Street… abbiamo un problema»

Il piano di investimenti che si appresta a varare Boris Johnson, cinquanta miliardi di sterline da stanziare per trasformare il Regno Unito in una sorta di Arabia Saudita dell’energia eolica, potrebbe frantumarsi contro e disponibilità attualmente offerte dal mercato. Infatti, per produrre tutta l’energia rinnovabile che dovrà, secondo i piani, alimentare gli impianti elettrici di ogni casa e ufficio della verde Inghilterra dovrà fare i conti con quello che si trova in giro

«Downing Street… abbiamo un problema». Il piano di investimenti che si appresta a varare Boris Johnson, cinquanta miliardi di sterline da stanziare per trasformare il Regno Unito in una sorta di Arabia Saudita dell’energia eolica, potrebbe frantumarsi contro e disponibilità attualmente offerte dal mercato. Infatti, per produrre tutta l’energia rinnovabile che dovrà, secondo i piani, alimentare gli impianti elettrici di ogni casa e ufficio della verde Inghilterra dovrà fare i conti con quello che si trova in giro.

Nessuna risorsa è inesauribile su questa Terra, neppure i magneti permanenti ei quali tutti vanno ala ricerca per produrre accumulatori in batteria destinati alle auto elettriche o turbine per impianti eolici off-shore di elettro generazione.

Ogni turbina eolica Haliade-X da 260 metri di altezza da 13 MW installata nel Mare del Nord utilizza circa sette tonnellate di magneti permanenti, ma attualmente non esisterebbe un’adeguata catena di fornitori completamente sostenibile e affidabile per questi fondamentali materiali.

Pensana Rare Earth, società del settore a partecipazione cinese che è attiva nelle estrazioni in Africa, rende noto di avere incaricato il Gruppo Wood di intraprendere uno studio di fattibilità relativo alla creazione di un impianto integrato di lavorazione delle terre rare direttamente nel Regno Unito, questo al fine – si afferma in un comunicato stampa emesso oggi – di «creare la prima catena sostenibile di fornitura di metalli magnetici al mondo».

La lavorazione del materiale estratto nel gigantesco sito di Longonjo (Angola) consentirebbe, a valle, la produzione e a conseguente fornitura di magneti a medio flusso in una fase di crescenti preoccupazioni riguardo alla provenienza di tali metalli critici.

«Tutti vogliamo un’economia verde – ha al riguardo commentato Paul Atherley, presidente di Pensana Rare Earth -, tuttavia la crescente domanda di metalli magnetici rende critico l’approvvigionamento e la stessa sostenibilità delle catene produttive».

«Il Regno Unito e l’Unione europea – ha egli aggiunto – guidano il mondo nei settori dell’eolico off-shore e dell’energia elettrica, settori dipendenti dai magneti permanenti, entrambi hanno quindi riconosciuto che una catena affidabile nella fornitura di tali metalli si rende necessaria per il sostegno di queste industrie vitali».

Lo studio del Gruppo Wood prenderà in esame il primo e più importante passo nella realizzazione di una catena di approvvigionamento sostenibile originante nella miniera angolana di magneti, valutando le concrete capacità di lavorazione delle terre rare nel Regno Unito.

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