TERRITORIO, Bagnoli. La denuncia/proposta degli architetti: «Non è più tempo di produrre semplicemente idee»

Il futuro del Parco dello Sport di Napoli al centro dell’interesse dell’Istituto Nazionale di Architettura (Inarch)

In un comunicato stampa recentemente diffuso dall’Istituto Nazionale di Architettura (Inarch), viene considerato estremamente positivo lo sforzo di riproporre in chiave organica e integrata la questione dell’area industriale di Bagnoli, che versa da decenni in condizioni di degrado e di abbandono, pur essendo oggetto di numerosi progetti e di proposte presentate nel corso degli scorsi decenni, a seguito della dismissione degli impianti produttivi preesistenti.

Come nelle numerose altre aree dismesse presenti nel Paese, che ormai rappresentano un carattere precipuo della condizione urbana contemporanea, il tema della rigenerazione rinviene in questi luoghi la sua più concreta applicazione.

Al riguardo, l’Inarch considera altresì positiva la promozione di un libero confronto fra diverse ipotesi progettuali, tutte mirate alla rigenerazione del sito attraverso la scelta di una procedura concorsuale, riconosciuta come l’unica possibile poiché aperta, trasparente e partecipata.

Tuttavia – prosegue il comunicato stampa -,  sarebbe necessario muovere da una domanda chiara e competente e da un quadro urbanistico certo, definito e condiviso.

Per l’estrema complessità dell’area, con le questioni legate alla bonifica dei suoli, un patrimonio eccezionale di archeologia industriale, il tema delicato della rimozione della colmata per la ridefinizione della linea di costa, la necessità di un quadro di sostenibilità finanziaria ma anche alcune realtà tuttora presenti nel tessuto sociale, ingenera perplessità il ricorso allo strumento del concorso di idee anziché del concorso di progettazione.

Anche alla luce di precedenti sconfortanti, quali il Concorso nazionale di idee per cinquantuno scuole innovative, indetto alcuni anni fa. Bagnoli è una delle aree dove più che altrove in Italia lo strumento concorsuale è stato ripetutamente utilizzato nel tempo con alterni risultati.

Nel caso specifico, oggi non è più tempo di elaborare semplicemente idee, dato che la complessità del tema imporrebbe una collaborazione sinergica, un lavoro collettivo che consenta di pervenire a una strategia efficace e sostenibile in grado di riattivare un processo concreto e virtuoso di trasformazione dei luoghi, restituendo così alla città, dopo tanti anni, un’area di eccezionale bellezza.

Confidiamo dunque – concludono gli esponenti di Inarch – nel senso di responsabilità di tutte le Istituzioni pubbliche e del Governo, con l’auspicio che si pervenga al più presto alla definizione di una strategia complessiva d’intervento chiara, competente e condivisa.

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