Milano, 4 marzo 2025 – «L’industria della raffinazione e fondamentale per l’interesse strategico energetico di un paese. In Italia sì alle bioraffinerie, ma blocchiamoci, altrimenti finiremo per essere un paese di sola importazione di prodotto senza energia. Se si vuole risolvere il problema del prezzo della benzina e del gas ci si deve distaccare da alcune politiche green e fasulle di Bruxelles, iniziando a investire nelle proprie risorse energetiche, fossili e non».
POLITICHE ENERGETICHE E TERRE RARE
Questo il commento espresso da Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli Italia, a margine di Shipping, Forwarding & Logistics Meet Industry (SMI), evento in corso nelle giornate di oggi e domani presso il centro congressi di Assolombarda. «Ritengo che se vi deve essere accordo sulle terre rare in Ucraina – ha poi egli aggiunto -, il paese deputato sia proprio l’Italia, poiché è forte del grande aiuto fornito nei termini economico e degli armamenti a Volodymir Zelensky dagli ultimi governi incarica a Palazzo Chigi». Marsiglia ha quindi affrontato il tema relativo ai dazi dazi commerciali, in parte già imposti, e in parte in via di imposizione dall’amministrazione statunitense presieduta da Donald Trump.
DAZI, MERCATI E RISCHIO DI UN CROLLO DEGLI INVESTIMENTI
«Alle politiche di Washington – sostiene il presidente di Federpetroli Italia -l’Europa non dovrebbe rispondere con quella stessa moneta, dato che in questi casi occorre fare ricorso in primo luogo alla diplomazia, quindi, in seconda battuta, attraverso il varo di una politica commerciale in grado di essere competitiva a livello internazionale contro ogni forma di dittatura di mercato. Ma si tratta di qualcosa che però manca da anni». Infine, a venire presi in esame sono state le possibili conseguenze nello specifico settore di attività, quello delle materie prime energetiche: «I dazi porteranno a forti speculazioni sui mercati, a quel punto a venire posti a rischio saranno gli investimenti. Bisognerà prestare estrema attenzione agli acquisti di gas e petrolio dagli Stati Uniti d’America: i fornitori mediorientali e africani permangono tuttora fondamentali sia per l’Italia che per l’Europa. È il nostro Piano Mattei».