GIUSTIZIA, processo Eni-Nigeria. Il Tribunale di Milano assolve i quindici imputati, inclusi Descalzi e Scaroni, poiché «il fatto non sussiste»

Riconosciuti non colpevoli i manager che all'epoca dei fatti operarono nel Paese africano, accusati di essere stati gli intermediari nella mega tangente

A emettere il verdetto la VII Sezione penale, presieduta dal giudice Marco Tremolada. Assolti tutti gli imputati «perché il fatto non sussiste».

Inoltre, sono stati riconosciuti non colpevoli i manager che all’epoca dei fatti operarono nel Paese africano, accusati di essere stati gli intermediari nella mega tangente, Shell con i suoi quattro ex dirigenti e l’ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete.

Ovvia soddisfazione a San Donato Milanese, dove il commento sull’assoluzione del vertice del Gruppo Eni al processo Nigeria-Opl245. «La decisione del Tribunale – si afferma nel comunicato stampa diffuso dopo l’emissione del verdetto – ha finalmente stabilito, dopo quasi tre anni di dibattimento, che la società, l’amministratore delegato Claudio Descalzi, difeso dall’avvocato Paola Severino, e il management coinvolto nel procedimento hanno mantenuto una condotta assolutamente lecita e corretta».

«Eni – prosegue la nota – ha sempre mantenuto piena fiducia nell’equilibrato svolgimento dell’istruttoria assicurato dal Tribunale, e desidera oggi esprimere il proprio ringraziamento a tutti gli stakeholder che hanno creduto nella correttezza dell’operato della società e del suo management, non facendo mai mancare la propria fiducia, rispettandone le attività e la reputazione».

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