VATICANO, diplomazia. Il nuovo ambasciatore dell’Unione europea presso la Santa Sede riceve la nomina

L’olandese Alexandra Valkenburg, già ambasciatore dei Paesi Bassi a Cuba e in Giamaica, riceve l’incarico il giorno che la Commissione europea decide di chiudere l’Ufficio dell’Inviato speciale per la libertà religiosa fuori dall’Unione

La nomina del nuovo ambasciatore dell’Unione europea presso la Santa Sede è giunta proprio quando la Commissione europea decideva di chiudere l’Ufficio dell’Inviato speciale per la libertà religiosa fuori dall’Unione, passo che ha suscitato non poche proteste.

Il nuovo ambasciatore dell’Ue oltre Tevere è l’olandese Alexandra Valkenburg, che oltre alla Santa Sede, ricoprirà l’incarico presso l’Ordine di Malta e le organizzazioni delle Nazioni Unite con sede a Roma e presso la Repubblica di San Marino, in precedenza era stata ambasciatore dei Paesi Bassi a Cuba e in Giamaica.

La Valkeburg sostituisce Jan Tombinski, dalla scorsa settimana in congedo.

Ella è entrata nel ruolo diplomatico olandese nel 1996 e ha poi lavorato nel multilaterale a New York e a Paramaribo. Dal 2009 al 2012 è stata capo della cooperazione allo sviluppo in Guatemala, dal 2012 al 2016 del dipartimento dei diritti umani e degli affari politici e giuridici, nella direzione delle istituzioni multilaterali e dei diritti umani; dal 2016, come accennato, ambasciatore dei Paesi Bassi a all’Avana e a Kingston.

L’assunzione dell’incarico avviene nella stessa settimana nella quale la Commissione europea ha deciso di concludere il mandato precedentemente conferito all’Inviato speciale per la promozione della libertà di religione e di credo al di fuori dell’Unione Europea. Istituito nel 2016, l’Ufficio è stato guidato da Jan Figel, che nel corso del suo mandato è riuscito a ottenere alcuni successi, come la liberazione di Asia Bibi.

Riguardo al suo futuro, non essendo stato rinnovato l’incarico si attendeva una decisione in merito della Commissione europea, che ha poi deciso di chiudere l’Ufficio, pur dichiarando tra le sue priorità quella della «libertà religiosa o di credo».

Una decisione ovviamente non compresa negli ambenti religiosi. Ad esempio Adina Portaru, consigliere legale per ADF International a Bruxelles, che ha voluto sottolineare con un auspicio che: «In tutto il mondo le persone sono ostracizzate, imprigionate, torturate e uccise per la loro fede. In un tempo di crescenti restrizioni sulla libertà religiosa, siamo speranzosi che l’Unione europea renderà prioritario questo diritto fondamentale attraverso altri mezzi».

L’Inviato speciale è stato inoltre difeso dall’Intergruppo del Parlamento europeo sulla libertà di religione o credo e sull’intolleranza religiosa, nonché dall’Osservatorio sull’intolleranza e la Discriminazione contro i cristiani.

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