CASO UCRAINA-TRUMP. I democratici rinunciano al voto e l’impeachment non parte

La speaker della Camera degli Stati Uniti, la democratica Nancy Pelosi e i maggiori esponenti del suo partito, hanno deciso di non tenere il voto in aula per l’avvio formale dell’indagine contro il presidente Donald Trump.

In vista delle elezioni del 2020, il voto avrebbe messo in difficoltà quei democratici che dovranno difendere o conquistare un seggio negli Stati già vinti da Trump nelle precedenti consultazioni del 2016.

Un problema anche per alcuni deputati repubblicani, che sarebbero stati chiamati allinearsi al presidente per non perdere i consensi della base elettorale.

L’indagine è stata finora condotta da tre commissioni, ma senza la collaborazione della Casa Bianca che si è rifiutata di cooperare senza un voto formale della Camera.

Si tratta di una prassi non richiesta dalla costituzione ma sempre avvenuta nei pochi precedenti.

La procedura dell’impeachment è complessa. Una volta che le accuse siano comprovate da fatti inoppugnabili, il Congresso procede a stilare la risoluzione di impeachment.

La Camera discute la risoluzione e può considerarla nel suo insieme o votare individualmente ciascun articolo.

È necessaria la maggioranza semplice dei presenti e delle votazioni per ciascun articolo affinché la risoluzione nel suo complesso passi.

Se la Camera vota per l’impeachment, verranno poi selezionati manager per presentare il caso al Senato che sarà chiamato a giudicare.

Nel caso ad essere accusato sia il Presidente, il Senato, viene presieduto dal Giudice anziano della Corte Suprema.

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