NIGER, tentato golpe. A Niamey si ribella la Guardia presidenziale: sequestrato il presidente Bazoum

All’origine della ribellione ci sarebbe l’intenzione manifestata dal capo dello Stato di destituire Omar Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, ufficiale che avrebbe dato poi inizio alla rivolta. Nel Paese africano sono presenti dei militari italiani dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri

Nella capitale Niamey questa mattina elementi della Guardia presidenziale hanno bloccato gli accessi ai palazzi del potere prendendo in ostaggio il capo dello Stato. Per il Paese africano si tratta del quarto golpe dalla propria nascita, l’ultimo dopo dieci anni dal precedente. Il presidente Mohamed Bazoum, preso in ostaggio dai ribelli, avrebbe avviato una trattativa con i militari golpisti.

TENTATO GOLPE IN UN PAESE IN CRISI PROFONDA

Oltre al palazzo presidenziale, anche i ministeri adiacenti si troverebbero sotto il controllo dei golpisti, mentre nel resto della città non verrebbero registrati incidenti di rilievo. All’origine della ribellione ci sarebbe l’intenzione manifestata dal capo dello Stato di destituire Omar Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, ufficiale che avrebbe dato poi inizio alla rivolta. L’Esercito e la Guardia nazionale nigerina si sono detti pronti ad attaccare le unità della Guardia presidenziale coinvolte nel golpe qualora non si ritirino. Instabilità politica, depressione economica (il Niger è tra gli ultimi classificati nello Human Development Index delle Nazioni Unite), criminalità e diffusa presenza di formazioni jihadiste (in particolare nelle regioni sud-occidentali e sud-orientali del Paese), sono una serie di problematici fattori che hanno precipitato il Niger in una profonda crisi umanitaria.

PRESENZA DI MILITARI ITALIANI IN NIGER

Nel Paese africano dal 2018 sono presenti contingenti di forze speciali dell’Esercito italiano e dell’Arma dei Carabinieri (Special Operation Task Group Victor, SOTG), inviati in missione nella regione di Agadez al fine di addestrare le unità delle forze armate locali nel quadro della missione MISIN, missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger – MISIN” (con area geografica di intervento allargata anche a Mauritania, Nigeria e Benin) al fine di incrementare le capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel.

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