IRAQ, Difesa. Militari italiani e addestramento dei peshmerga curdi

«La formazione dei militari curdi, i peshmerga, da parte del contingente italiano è un grande successo per noi e un’occasione per diventare più esperti. Senza l’Esercito italiano questo avanzamento non sarebbe stato possibile», questo il commento espresso ieri a Erbil nel corso di un incontro con i giornalisti italiani da Soresh Ismail Abdullah, ministro competente sulle forze armate della Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Le dichiarazioni sono state rese nella sede del proprio dicastero nella città irachena alla presenza del colonnello Francesco Serafini, comandante della missione “Prima Parthica”. Il contingente militare italiano opera nell’area dall’agosto 2014 nel quadro del più ampio contesto della coalizione internazionale di contrasto a Islamic State (IS) “Inherent Resolve”. «Nel 2014 – ha proseguito Soresh Ismail Abdullah -, Mosul, capoluogo del vicino governatorato di Ninive, nel nord-ovest dell’Iraq, era stata autoproclamata capitale dallo Stato islamico e i miliziani con le bandiere nere avevano conquistato diverse aree del territorio iracheno, ma anche siriano, fino a spingersi in territorio curdo. Le forze curde e quelle irachene avevano cercato di fronteggiare la minaccia salafita, ma nel giugno del 2014 il governo di Baghdad ha chiesto formalmente l’intervento internazionale per frenare il califfato. Ben ottantaquattro Stati hanno preso parte alla coalizione internazionale Inherent Resolve e continuano a fornire sostegno delle forze militari e di sicurezza». Al fine di contrastare la minaccia (definita dal ministro «dormiente») di IS, tuttora presente in una sorta di zona cuscinetto tra Kurdistan iracheno e Iraq, a ridosso del confine con la Siria, il ministro ha auspicato la creazione di due brigate congiunte iracheno-curde. Egli ha inoltre ipotizzato che possano verificarsi «grandi problemi» nell’eventualità in cui le forze della coalizione internazionale lascino l’Iraq, come chiesto dalle locali milizie filo-iraniane. Il prossimo 10 giugno dovrebbero svolgersi le elezioni parlamentari nella Regione autonoma del Kurdistan iracheno, tuttavia, esse potrebbero venire rinviate per l’ennesima volta a causa delle divergenze politiche interne.

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