GERMANIA, politica e relazioni internazionali. Incognite e scenari aperti dalla fine dell’era Merkel

In sostanziale concomitanza con l’ultima visita ufficiale a Roma della cancelliera tedesca è stato anche presentato la biografia che su di lei ha scritto la giornalista Tonia Mastrobuoni, “L’inattesa”, un’occasione per ripercorrere i molti anni di governo di una donna che caratterizzato le vicende europee negli ultimi sedici anni

La donna ha paura. È terribilmente terrorizzata ma non può darlo a vedere. Il suo interlocutore, sapiente manovratore di menti e di uomini, conosce il suo punto debole e ne approfitta. Lui sa che colei che ha davanti teme i cani fin da quando era bambina al punto da fuggire via alla loro vista già in lontananza, dunque sfrutta a proprio vantaggio questo punto debole e sguinzaglia il proprio cane facendolo liberamente circolare all’interno della stanza dove avviene l’incontro. L’animale gironzola tranquillo, annusa qua e là e quindi si accuccia comodamente sul lucido pavimento di marmo. Lei non lo perde mai di vista, tuttavia si sforza di mantenere il controllo di sé, perché stavolta non può assolutamente cedere.

I protagonisti di questa scena non sono due «manichini della Rinascente», due passanti qualsiasi nella via, si tratta invece di due importanti personalità contemporanee: Angela Merkel, cancelliera della Repubblica federale tedesca, e Vladimir Vladimirovič Putin, l’ex kagebešnìk divenuto poi presidente della Russia.

UNA RELAZIONE DIFFICILE MA INTERESSANTE

Si è trattato di un episodio noto e assolutamente non casuale, studiato nei minimi particolari al fine, non tanto di porre in difficoltà la massima carica della maggiore potenza economica e politica dell’Unione europea, quanto piuttosto di rendere noto a tutti, tedeschi ed europei in primo luogo, che il Cremlino e gli apparati di sicurezza di Mosca conoscevano alla perfezione le debolezze della leadership tedesca ed erano ancora in grado di permearla per acquisire informazioni su di essa. In fondo era il lavoro che Putin fece a Dresda quando rivestiva il grado di maggiore del Kgb.

«Di lui non ci si può fidare» pare abbia più volte in seguito ripetuto la Merkel alle persone del suo più stretto entourage, le stesse che oggi ne confermano però la tenacia nell’interlocuzione proprio con questi personaggi difficili, «poiché – ella soleva affermare in tali frangenti – l’arte della politica è anche intensificare il colloquio con avversari del genere, allo scopo di comprenderne le ragioni, il modo di pensare e le intenzioni recondite». E Putin era certamente un leader interessante da capire fino in fondo, ma nella piena consapevolezza riguardo alle fragilità di quella relazione, che si rinvenivano nelle notevoli differenze tra Russia e Unione europea nei termini di libertà, democrazia e diritti umani.

TUTTI GLI UOMINI DELLA CANCELLIERA

La Merkel era ed è tuttora interessata a conoscere la condizione mentale delle persone scettiche nei confronti delle democrazie liberali, aspetto che rende ancora più comprensibile la sua ricerca del dialogo con Putin.

Ma non fu soltanto il presidente russo ad avere rapporti controversi con lei, perché un altro degli uomini che ne segnarono la vita nel fondamentale campo delle relazioni internazionali fu il capo della superpotenza occidentale, quel Barak Obama che, spesso e con diverse modalità, si trovò a svolgere un ruolo importante nella esistenza della Merkel, donna politica che proveniva da una “vicinanza” con il repubblicano George Walker Bush. Poi sarebbe venuto il 2016, l’anno cruciale che avrebbe cambiato tutto con la Brexit e l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.

Oggi  la cancelliera tedesca, alla fine del suo quarto mandato ma non ancora uscita di scena, è giunta a Roma per incontrare il Presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi e, sull’altra sponda del fiume Tevere, il capo della Chiesa cattolica, Papa Francesco.

ANGELA MERKEL, «L’INATTESA»

L’autunno politico di una personalità di spicco di tale levatura è anche il momento di consuntivi e bilanci sul suo operato, ed è quello che su frau Merkel martedì 5 ottobre 2021 hanno fatto alcune persone che l’hanno conosciuta bene. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del saggio biografico scritto su di lei dalla giornalista Tonia Mastrobuoni, “L’inattesa”. Nel corso dell’evento organizzato dalla Konrad Adenauer Stiftung, che ha avuto luogo a Roma nella splendida cornice di Palazzo Ferrajoli, è stata ripercorsa l’intera esistenza della statista tedesca.

Perché «inattesa»? Perché il suo partito politico, la Cdu, veniva considerato un «club maschile» regolato da un «patto tra maschi» che avrebbe dovuto decidere il futuro nel dopo-Kohl. Un partito nel quale, tuttavia, dopo la caduta del muro di Berlino la giovane Merkel, che di Kohl era la pupilla, emerse creando notevole scompiglio. Allora nessuno si sarebbe mai aspettato che avrebbe potuto mettere in discussione il preesistente ordine consolidato all’interno del suo partito.

UN’ENERGICA CRISTIANA EVANGELICA

Accadde proprio quando molti si attendevano una estinzione della democrazia cristiana tedesca, ma quella ragazza di fede cristiano evangelica nata e cresciuta nella Germania Est prese nelle sue mani la Cdu e la rilanciò, ma a modo suo, occupando da quel momento il centro della scena politica del suo paese.

Malgrado le difficoltà incontrate, la Merkel giunse al cancellierato nel 2005 dopo la caduta del socialdemocratico Gerhard Schroeder. Il suo agire fu nel segno della sua preparazione scientifica, dai suoi studi nella fisica, dalla sua velocità di pensiero, una donna di potere che non conosce il «non so».

Due, in particolare, furono gli avvenimenti cruciali nella sua esistenza di statista: la crisi greca e quella dei profughi siriani. Situazioni drammatiche che si trovò ad affrontare nel dubbio se assumere le relative decisioni sulla base della responsabilità oppure dei principi morali che l’animavano.

DOPO DI LEI IL VUOTO?

Oggi Germania ed Europa vivono una fase di mutamenti epocali nella quale si dovrà decidere il futuro comune in un mondo profondamente cambiato. Alla vigilia della fine dell’era Merkel la Cdu si riorienta guardando a destra e il socialdemocratico Olaf Scholtz non si fa sfuggire l’opportunità di cannibalizzare l’eredità politica che la cancelliera lascia al suo Paese, accaparrandosi dei voti dei cristiano-democratici. Egli ha compreso gli errori di questo partito e li ha sfruttati a proprio vantaggio.

Cosa sarà la Germania del prossimo futuro? Sarà davvero meno paese di un cancelliere e più paese di una coalizione?

Cosa ci si dovrà attendere nei termini di indipendenza e di  integrazione europea nei prossimi cinque anni?

Interrogativi tanto importanti quanto inquietanti che hanno concluso l’incontro romano su Angela Merkel, del quale di seguito è possibile ascoltare l’audio integrale (A374).

A374 – GERMANIA, POLITICA: INCOGNITE E SCENARI APERTI DALLA FINE DELL’ERA MERKEL. Praticamente in concomitanza con l’ultima visita ufficiale a Roma della cancelliera tedesca è stato anche presentato la biografia che su di lei ha scritto la giornalista Tonia Mastrobuoni, una occasione per ripercorrere i molti anni di governo di una donna che caratterizzato le vicende europee negli ultimi sedici anni.
L’autunno politico di una personalità di spicco di tale levatura è anche il momento di consuntivi e bilanci sul suo operato, ed è quello che su frau Merkel martedì 5 ottobre 2021 hanno fatto alcune persone che l’hanno conosciuta bene. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del saggio biografico scritto su di lei dalla giornalista Tonia Mastrobuoni, “L’inattesa”. Nel corso dell’evento organizzato dalla Konrad Adenauer Stiftung, che ha avuto luogo a Roma nella splendida cornice di Palazzo Ferrajoli, è stata ripercorsa l’intera esistenza della statista tedesca.
Perché «inattesa»? Perché il suo partito politico, la Cdu, veniva considerato un «club maschile» regolato da un «patto tra maschi» che avrebbe dovuto decidere il futuro nel dopo-Kohl. Un partito nel quale, tuttavia, dopo la caduta del muro di Berlino la giovane Merkel, che di Kohl era la pupilla, emerse creando notevole scompiglio. Allora nessuno si sarebbe mai aspettato che avrebbe potuto mettere in discussione il preesistente ordine consolidato all’interno del suo partito.
Hanno preso parte al dibattito: ANNETTE SCHWAN (stretta collaboratrice della cancelliera tedesca Angela Merkel e già ministro della repubblica federale tedesca, oltreché ambasciatore tedesco presso la Santa Sede), TONIA MASTROBUONI (giornalista, autrice del saggio biografico “L’inattesa”), ANGELO BOLAFFI (germanista, moderatore del dibattito); ha introdotto i lavori GIOVANNI (NINO) GALETTI (presidente della Konrad Adenauer Stiftung Italia).
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