ECONOMIA, Governo Draghi. Tra discontinuità rispetto al recente passato e «trucchetti aritmetici» l’esecutivo in carica gioca la carta della «decretazione di sostegno»

Sarà l’Agenzia delle Entrate a fare i conti e li farà sulla base della fatturazione elettronica, calcolando rapidamente le perdite di tutte le imprese attraverso il confronto dei dati del 2020 con quelli del 2019; inoltre, la perdita di fatturato verrà riferita all’intero 2020 e si ricaverà dal confronto con l’esercizio del 2019; infine, ed è la novità importante, non si applicheranno i codici ATECO, quindi a beneficiare dei «sostegni» saranno tutte le imprese italiane e i lavoratori autonomi, dunque anche le partite Iva

Decreto «sostegni» (o «ristori 5»): dove si rinvengono elementi di discontinuità rispetto alla decretazione del precedente Governo in carica, quello presieduto da Giuseppe Conte? Ad avviso del professor Mario Baldassarri, in tre particolari punti e un «trucchetto aritmetico».

L’economista, già viceministro e attualmente alla presidenza del Centro studi economia reale (Cser), come ogni lunedì è intervenuto alla trasmissione “Capire per conoscere”, condotta dal giornalista Claudio Landi e andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale.

Tre elementi di discontinuità rispetto al passato

«Questa volta – ha egli argomentato -, come era stato annunciato, sarà l’Agenzia delle Entrate a fare i conti sulla base della fatturazione elettronica, calcolando rapidamente le perdite di tutte le imprese attraverso il confronto dei dati del 2020 con quelli del 2019».

Un secondo aspetto di discontinuità rispetto al passato, sempre secondo Baldassarri, deriva dal fatto che la perdita di fatturato verrà riferita all’intero anno 2020 si ricaverà dal confronto con l’intero esercizio del 2019.

In terzo luogo, ed è la novità importante, non si applicheranno i codici ATECO, «quindi, dei “sostegni” beneficeranno tutte le imprese italiane e, più in genere, le cosiddette partite Iva, inclusi dunque i lavoratori autonomi».

I «trucchetti aritmetici»

Il calcolo della somma da erogare alle imprese a titolo di indennizzo è stato riferito alla media mensile annua degli anni 2019 e 2020, poiché «riferendosi alla media mensile la base di calcolo sarà quella di un mese, seppure “medio”, su dodici, con il risultato che si potrà affermare che “l’indennizzo massimo è pari al 60% della perdita”, che significa 1/12. Tutto questo giro di parole per dire alla fine che l’indennizzo massimo sarà pari al 5% della perdita del fatturato annuo».

Ma gli «inghippi» non finirebbero qui, poiché la soglia che dà diritto all’indennizzo è stata fissata ad almeno il 30% del fatturato, «ma, come in tutti i casi di previsione di una soglia, si vengono a creare delle situazioni ingiuste e imbarazzanti, perché chi risulta subire una perdita, poniamo, del 29% non ha diritto al ristoro, a differenza di colui per un punto in più supera quella soglia minima».

Bilancio dello Stato: di scostamento in scostamento

Ora, la prospettiva è che questo provvedimento, varato sulla disponibilità di cassa frutto del vecchio scostamento di bilancio, che consente una copertura di circa 12 miliardi di euro, «di fatto, si riferisce a una perdita complessiva subita da queste particolari categorie dell’economia italiana intorno ai 250 miliardi di fatturato perduto. Ma ora la palla passa a un nuovo decreto, per altro già annunciato dal Presidente del Consiglio, che prevedrà un ennesimo scostamento di bilancio da inserire nel prossimo Def e poi in un decreto, sul quale però si devono mettere subito dei “paletti”».

Tutto si sposta dunque su un nuovo e diverso indennizzo, maggiormente consistente, che dovrà venire autorizzato da un voto a maggioranza assoluta espresso da entrambi i rami del Parlamento della Repubblica, un passaggio che, a differenza del Governo Conte 2, per questo esecutivo non dovrebbe tuttavia costituire un problema.

Fissare dei paletti

«Non è che si possano fare scostamenti di bilancio dell’entità di 30 miliardi ogni due mesi – ha sottolineato il presidente del Cser -, occorre allora fare chiarezza e trasparenza sulla situazione. Io credo che sul tema dei ristori alle imprese occorra una risorsa pari a 40 miliardi di euro, destinata a tutte le imprese e senza alcuna soglia minima del 30% di perdita del fatturato. Se per fornire una copertura finanziaria a un indennizzo pari al 5% del fatturato, così come abbiamo visto essere stato calcolato, si rendono necessari 12 miliardi, se si vuole raggiungere almeno il 20% del fatturato perso quella cifra andrà moltiplicata per quattro. Senza poi perdere di vista il “mancato utile” delle imprese, oltre alla perdita di fatturato».

In sostanza il ragionamento è questo: se l’utile dell’impresa ammonta all’incirca al 20% del suo fatturato, già un 5% di ristoro ottenuto in virtù di questo decreto, pur se ancora poco, rappresenta il 25% della perdita subita (5/20).

A questo punto non resta che attendere il testo del prossimo decreto legge, che fisserà l’entità delle risorse che verranno stanziate allo scopo e alla eventuale eliminazione dei citati aspetti «incongrui».

A311 – ECONOMIA, GOVERNO DRAGHI: DECRETAZIONE D’URGENZA IN SOSTEGNO A IMPRESE E FAMIGLIE. Tra discontinuità rispetto al recente passato e «trucchetti aritmetici» l’esecutivo in carica gioca la carta del «sostegno».
Sarà l’Agenzia delle Entrate a fare i conti e li farà sulla base della fatturazione elettronica, calcolando rapidamente le perdite di tutte le imprese attraverso il confronto dei dati del 2020 con quelli del 2019; inoltre, la perdita di fatturato verrà riferita all’intero anno 2020 e si ricaverà dal confronto con l’esercizio del 2019; infine, ed è la novità importante, non si applicheranno i codici ATECO, quindi a beneficiare dei «sostegni» saranno tutte le imprese italiane e i lavoratori autonomi, dunque anche le partite Iva.
Tuttavia, quando è stata calcolata la somma da erogare alle imprese a titolo di indennizzo Palazzo Chigi ha fatto ricorso anche a un paio di «trucchetti» di natura aritmetica, riferendosi alla media mensile annua degli anni 2019 e 2020, cioè esclusivamente un mese “medio”; non solo, a impedire un congruo accesso ai ristori si interpone la soglia minima di fatturato perso fissata al 30 per cento.
Da ultimo, è stato affrontato il tema della copertura finanziaria che deriverà da un ennesimo scostamento di bilancio votato dal Parlamento.
Di tutto questo si è discusso nel corso della trasmissione Capire per conoscere, andata in onda sulle frequenze di Radio Radicale il 22 marzo 2021, alla quale hanno partecipato l’economista MARIO BALDASSARRI e il giornalista CLAUDIO LANDI.
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