SOCIETÀ, analisi. Eurispes, i temi trattati questa settimana

Media e informazione: le aperture dei telegiornali; mandato di arresto europeo ed estradizione; Giampiero Massolo ed Europa; corruzione elettorale e voto; cancel culture, politically correct e online shaming

Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza, prime time: il Covid-19 riconquista le aperture. L’epidemia di Covid-19, con nuovi dati sull’aumento dei contagi, scala in settimana l’agenda del prime time, raccogliendo in 5 giorni 42 riferimenti nelle titolazioni, con doppio titolo ricorrente per i Tg delle 20; il record degli oltre 2.500 contagi di giovedì si impone in apertura su tutte le testate.

L’analisi dell’Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza nella settimana dal 28 settembre al 2 ottobre (continua a leggere sul sito www.eurispes.it).

Presentazione dei risultati dell’indagine su mandato di arresto europeo ed estradizione. Lunedì 19 ottobre, dalle ore 15:00 alle ore 18:00, verranno presentati i risultati dell’indagine statistica effettuata dalla Scuola Territoriale Camera Penale di Bologna “Franco Bricola”, Fondazione Forense Bolognese ed Eurispes sulla giurisprudenza della Corte d’Appello di Bologna anni 2006-2019, relativa al mandato di arresto europeo (M.A.E) ed estradizione.

L’incontro online è patrocinato dall’Unione delle Camere penali italiane.

Intervista all’ambasciatore Giampiero Massolo: «In Europa nessuno si salva da solo». L’ambasciatore (ministro plenipotenziario) Giampiero Massolo, a margine della presentazione dell’Osservatorio permanente sui temi internazionali dell’Eurispes, ha voluto offrire un primo contributo alla riflessione sugli argomenti che saranno affrontati dagli esperti e dagli studiosi chiamati a confrontarsi in seno all’Osservatorio stesso.

Nell’intervista, a cura di Emilio Albertario, egli ha sottolineato che l’obiettivo è porre «l’Italia al centro, ma con una visione complessiva e attraverso la visione complessiva e dalla visione complessiva arrivare ad una definizione, quanto più accurata possibile, di quelli che potrebbero essere gli interessi nazionali da promuovere».

Occorre partire dalla «constatazione che nel mondo di oggi nessun paese può fare da sé e quindi ciascun paese ha bisogno di quello che noi analisti chiamiamo “potere di coalizione” e ricordare che l’Europa rappresenta uno degli interessi italiani dal quale non si può prescindere, anche se questo non significa accettare acriticamente qualsiasi cosa venga da Bruxelles».

Sulla partita che si gioca sempre più sul piano dello sviluppo tecnologico, Massolo avverte: «L’Europa deve stare ben attenta a non diventare terra di contesa, nel senso che la tecnologia, le autostrade del 5G, l’intelligenza artificiale che elabora masse di dati impensabili, tutti questi sono i fattori che fanno oggi la sovranità. Un po’ di sano sovranismo europeo, un po’ di sana autonomia europea nelle tecnologie avanzate ci sta»  (continua a leggere sul periodico Leurispes.it).

Corruzione elettorale: il voto torni ad essere libero e segreto. Durante le campagne elettorali, i candidati si attivano con i propri mezzi personali e di partito a sollecitare, suggerire, convincere gli elettori ad esprimere voti in loro favore, anche in cambio di riconoscimenti vari, leciti e illeciti.

Questo sistema è più radicato nei piccoli Comuni, ove vi è una personale conoscenza tra candidati ed elettori; ciò consente ai candidati – che hanno personalmente avanzato richieste di voto, in cambio a volte di vantaggi promessi agli elettori – di poter verificare all’esito dello spoglio, in ogni sezione elettorale, l’aver ottenuto o meno il voto richiesto.

Tale particolare fenomeno, ben conosciuto ma mai analizzato, condiziona l’elettore. Il fenomeno viene approfondito nell’articolo del Consigliere Giovanni Tartaglia Polcini (continua a leggere sul periodico Leurispes.it).

Cancel culture: un crimine contro la libertà di espressione e contro la diversità.

La «cancel culture» è l’ennesima manifestazione di una dittatura culturale, quella del politically correct che stabilisce cosa sia lecito e perbene, e quindi ammesso, e cosa non lo sia.

È con tali premesse che si sono sviluppati, negli ultimi tempi, veri e propri processi di piazza nei quali la Rete e i social media hanno assunto il ruolo di una potentissima cassa di risonanza, con campagne di odio e liste di proscrizione ai danni dei colpevoli.

È il fenomeno dell’online shaming, la messa alla gogna, sul web, dei trasgressori delle regole della morale, giudicati senza appello e senza prove da un tribunale collettivo e immateriale che non rispetta alcuna procedura e alcuna garanzia e che procede con forme varie di cancellazione (continua a leggere sul periodico Leurispes.it).

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