Gianluigi Nuzzi ne “La fabbrica degli innocenti”: i gialli tra inediti, fake news, trame e speculazioni, spettacolo realizzato dallo stesso giornalista con il contributo di Martina Maltagliati, per regia Enrico Zaccheo; in scena martedì 25 marzo 2025 al Teatro Brancaccio di Roma. CRONACA OSTAGGIO DEI MEDIA I[…]

MEDIO ORIENTE, operazioni di influenza. Le mille e un’attività di Doha

Il piccolo ma ricchissimo emirato del Golfo finora si è dimostrato oltremodo abile nella sua azione tesa a estendere la sua influenza, sia a livello regionale che su scala più vasta. Lo fa, probabilmente, anche per sopravvivere, in un contesto oggi caratterizzato da equilibrismi e politiche spregiudicate. Ma Doha siede altresì sul banco degli imputati, poiché gli si ascrivono condotte destabilizatorie poste in essere attraverso il finanziamento diretto e indiretto di stati, organizzazioni e gruppi che praticano diuturnamente il terrorismo e la violazione dei diritti umani. Allo specifico riguardo, di seguito viene raccolta l’opinione di alcuni analisti delle dinamiche mediorientali. Essi sono israeliani, tuttavia non nascondono le responsabilità di parte della loro classe politica in ordine all’affermazione di «aventi causa» del Qatar, che, sottolineano, è stato in grado di finanziare in maniera indisturbata Hamas per un lungo periodo grazie al beneplacito di un primo ministro, Benjamin Netanyahu, che perseguendo una propria strategia di più ampio respiro ha fatto sì che emissari come Mohammed al-Ahmadi facessero la spola con Gaza rifornendo Hamas di ingenti quantità di denaro. Nel 2020 servì solo in parte a ridurre i lanci di palloni incendiari dalla Striscia sul territorio dello Stato ebraico, ma, in seguito non evitò il 7 ottobre. Insomma: il Qatar è un attore indispensabile nello scenario arabo-islamico oppure, come affermano in molti, «è un agente del caos»?