DIFESA, comunicazione e Psyops. Le Forze armate per il grande pubblico: il debutto di “Radio Esercito”

Un’emittente web per una sempre maggiore integrazione e interazione tra la Forza armata e la società civile, è questo l'obiettivo della nuova struttura costituita presso il XVIII Reggimento Pavia

   di Roberto Pagano, pubblicato da formiche.net il 25 luglio 2020 – Un’emittente web per una sempre maggiore integrazione e interazione tra la Forza armata e la società civile. È questo l’obiettivo di Radio Esercito, che da qualche settimana ha debuttato per il grande pubblico. Ecco obiettivi, palinsesto e ambizioni nell’intervista al tenente colonnello Andrea Gallieni, direttore artistico

Lunedì 6 luglio ha debuttato per il grande pubblico la nuova “Radio Esercito”. Un altro passo dell’Istituzione-Difesa verso una comunicazione e informazione sempre più aperta, social, fluida e segnatamente diretta ai giovani.

Emittente on line che già era operativa con una versione “interna” in Intranet per il personale in divisa, Radio Esercito adesso si presenta con una programmazione articolata che tende verso il classico spettro radiofonico generalista, dall’informazione tradizionale, con naturalmente al centro i temi della sicurezza e del mondo militare, con interviste e rassegna stampa, fino all’area dell’entertainment artistico e musicale.

La radio, con base a Pesaro presso il XXVIII Reggimento “Pavia” e che ha come editore lo Stato maggiore, ha “schierato” venticinque persone tra redazione e area tecnica per dirigersi verso il grande pubblico, raccontandosi in stile grigioverde.

Si alternano nello staff e al microfono soldati-speaker, molti con robuste esperienze nelle oltre trenta nostre missioni all’estero, e che al contempo sono appassionati di musica o giornalisti. Di questa nuova realtà informativa “in divisa”, ne abbiamo parlato con il direttore artistico di Radio Esercito, il tenente colonnello Andrea Gallieni.

Colonnello, innanzitutto quali i motivi di questa decisione dello Stato maggiore, con il generale Salvatore Farina, il suo massimo vertice come sostenitore, di aprire una web radio che viaggiava finora su Intranet anche all’esterno, al pubblico non militare?

Si tratta di un ulteriore passo dell’Istituzione-Difesa verso la società, i “civili”, che poco conoscono il mondo in grigio-verde?

Radio Esercito nasce principalmente per esigenze di comunicazione interna. Da qualche tempo nello Stato maggiore dell’Esercito chi come me si occupa di comunicazione era intento alla ricerca di iniziative e provvedimenti per migliorare tale settore, cruciale e strategico per un’organizzazione complessa come l’Esercito italiano.

In tal senso una web radio, per la sua flessibilità, per la modernità e per economicità ed efficienza di funzionamento, ci era sembrata la soluzione perfetta per ottenere risultati in tale settore.

Le trasmissioni su rete interna e la successiva apertura al pubblico su rete web sono state fasi di sviluppo di un progetto generale che già dal principio fu accolto con favore dal generale Farina, Capo di Stato maggiore dell’Esercito e dai suoi collaboratori, anche nell’ottica di sviluppare un mezzo di comunicazione a supporto del continuo processo di integrazione con la società e della sempre maggiore conoscenza dell’ambiente militare.

È soddisfatto di questi primi giorni di trasmissioni di Radio Esercito?

Avete già monitorato o avuto feedback della tipologia di ascoltatori che hanno iniziato a seguire le trasmissioni? 

Credetemi, i primi giorni di trasmissione in web sono stati e continuano ad essere un momento cruciale nello sviluppo della radio. L’apertura a un’audience potenzialmente tanto vasta, soprattutto per chi lavora alle trasmissioni, è motivo di novità ed emozione, ma al tempo stesso di grande responsabilità. In questa prima fase non stiamo basando i feedback sui dati quantitativi legati agli ascolti, che comunque verifichiamo, quanto piuttosto sulla qualità delle trasmissioni e sui commenti ed opinioni degli ascoltatori.

Obiettivo di Radio Esercito è infatti, prioritariamente, l’offerta di un prodotto di qualità concentrato sugli argomenti tipici della Forza armata.

Ma raccontiamo la composizione del palinsesto, e (se vi saranno) le variazioni in caso di news o eventi improvvisi o nelle ricorrenze speciali.

Radio Esercito trasmette ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, un palinsesto principalmente di musica e informazione legata al mondo militare. Ci sono spazi di news, momenti di comunicazione interna, annunci e spot che richiamano i principali valori ed elementi identitari dell’Esercito italiano.

Per il momento, nel palinsesto estivo abbiamo conservato il format sperimentato su rete interna, che prevede trasmissioni in diretta dalle 10:00 alle 17:00 e registrate nel rimanente arco temporale, ma per il palinsesto invernale sono previste delle novità, sia in termini di spazi sia di contenuti delle trasmissioni.

In particolare verranno inseriti dei programmi radiofonici basati sulle diverse realtà dei reparti dell’Esercito, sulla loro storia, sulle tradizioni e sui rapporti che hanno con il territorio.

Non voglio però anticipare di più, ma sarà un’ottima occasione per conosce un po’ meglio la realtà dell’Esercito italiano.

Colonnello, è vero che è stato scelto alla direzione di Radio Esercito per una sua passione che gli alti gradi conoscevano?

Diciamo che si è verificata una coincidenza di eventi. Avevo maturato una consistente esperienza nel settore radiofonico anni fa, durante il mio periodo di servizio presso il XVIII reggimento “Pavia” in Pesaro, unità per le comunicazioni operative, ma il punto fondamentale per l’avvio del progetto è stato far parte dell’Ufficio pubblica informazione e comunicazione dello Stato maggiore dell’Esercito.

Qui tra le altre cose mi occupo della comunicazione interna di Forza armata, motivo per il quale con superiori e colleghi abbiamo dato vita all’iniziativa. La disponibilità, poi, di risorse umane e materiali dedicate al settore radiofonico presso il XVIII Reggimento e la loro collaborazione ha semplificato il cammino e così Radio Esercito ha potuto muovere rapidamente i primi passi.

Chi fa parte del pool dei suoi conduttori al microfono? Sappiamo essere soldati poliedrici e con esperienze professionali diverse, ma soprattutto sono qui in radio anche per i loro molti interessi e hobby…

Radio Esercito si divide fisicamente tra Roma, dove risiede la direzione e la redazione radiofonica, e Pesaro, dove ci sono gli studi di trasmissione. Qui, all’interno del XVIII Reggimento Pavia prestano servizio gli speaker e i tecnici di regia, tutti militari in servizio nell’Esercito Italiano, che hanno saputo mettere a disposizione del progetto, con entusiasmo e professionalità, il proprio talento e le proprie passioni.

Hanno tutti un background diverso nella vita civile, ma esperienze molto simili nell’ambito militare, sebbene nessuno di loro sia inizialmente entrato a far parte dell’Esercito per lavorare in una radio, realtà che non era ancora nell’aria al momento del loro arruolamento.

Le nostre Forze armate hanno varato in Kosovo “Radio West” nel lontano 1999, ma nel mondo esistono già da molti decenni esempi di radio militari via etere e non, come la statunitense AFN, la britannica BFBS o la radio israeliana. Vi ispirate a struttura e programmazione di alcune di queste esperienze oppure a un modello più generalista?

Vorrei aggiungere che Radio West si trova nel mezzo di un cammino che realmente iniziò durante la missione in Somalia dei primi Anni ’90 con Radio Ibis ed è proseguito fino all’epoca più recente con Radio Bajan in Afghanistan.

Sono tutte emittenti radiofoniche organizzate e gestite dall’Esercito italiano per motivi tra loro sensibilmente differenti da quelli che hanno portato a Radio Esercito; è però innegabile che quelle esperienze siano poi la base su cui si fonda l’attuale capacità radiofonica.

Per quanto riguarda invece le radio degli altri eserciti ne conosciamo l’esistenza, ma in realtà non sono state motivo di ispirazione. Proprio l’esigenza di rivolgersi prioritariamente al nostro pubblico interno ed ai cittadini italiani, cercando di divenire interessanti ed apprezzati, ci ha portato ad ispirarci alle radio commerciali, che fanno dell’empatia e del rapporto con il pubblico un elemento fondante della loro attività.

«Una radio che marcia al tuo fianco» è lo slogan di Radio Esercito. Ma colonnello Gallieni, come attrarre all’ascolto di una emittente così caratterizzata i cittadini, specie in questi tempi di profonda crisi del panorama editoriale e giornalistico italiano?

Registriamo comunque come la radio “tradizionale” on air, via etere, sia quella in streaming sul web, con anche l’on-demand e i podcast, comunque è un mezzo che resiste e molto degnamente, innovandosi.

Negli ultimi decenni la radio, come mezzo di comunicazione, si è dimostrata in grado di sopravvivere a continue crisi generazionali ed evolutive. Si è trovata affiancata e “minacciata” da moltissimi new media, ma alla fine è ancora sulla cresta dell’onda. Forse modificata e più complessa, è tuttora un irrinunciabile strumento di comunicazione con caratteristiche che la rendono unica.

Inoltre, gli sviluppi della tecnica digitale ne fanno presagire nuove evoluzioni, soprattutto in termini di fruibilità dei contenuti, tanto da rimuovere ogni dubbio sulla presenza di potenzialità ancora inespresse. Per questo non abbiamo avuto dubbi sul decidere di sviluppare un’emittente radiofonica su rete web che però non vuole essere un competitor delle emittenti commerciali.

Radio Esercito, infatti, per le sue caratteristiche intrinseche agisce in quello che definirei un settore tecnico, ossia una nicchia di mercato fatta dagli appartenenti alla Forza armata e da chi ne è appassionato o semplicemente incuriosito.

Questo penso che sia il nostro punto di forza, dare al personale interno comunicazione omogenea e tempestiva ed allo stesso tempo agli appassionati informazioni e dettagli che non troverebbero altrove, il tutto sotto forma di intrattenimento con toni leggeri e vivaci con anche la possibilità di interagire con gli speaker mandando messaggi, richieste e saluti.

Il nostro, in sostanza, non è solo un invito all’ascolto per i nostri militari, ma anche alla partecipazione per tutti coloro che vogliono avvicinarsi e conoscere un po’ meglio l’Esercito italiano.

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