ECONOMIA, Davos. Al World Economic Forum la Von der Leyen rilancia il «Green Deal»

Per l’ambiente nei prossimi decenni l’Unione europea mobiliterà mille miliardi di fondi, mentre riguardo all'economia digitale ha evidenziato le opportunità per la crescita e i rischi per l'identità digitale dei cittadini

Nella seconda giornata del vertice di Davos ha visto protagonista la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, che nel corso del suo intervento ha trattato i due temi chiave del contrasto dei mutamenti climatici in atto e dell’economia digitale.

Riguardo al primo aspetto ha esposto le intenzioni dell’Europa, che attraverso l’annuncio dell’auspicato «Green deal» sono divenute il “manifesto” della linea politica appena apertasi con il suo insediamento a Bruxelles.

«È la ragione per la quale abbiamo presentato il Green Deal – ha affermato,  Green Deal attraverso cui l’Unione europea diventerà il primo continente con neutralità climatica entro il 2050 e farà qualsiasi cosa per sbloccare gli investimenti, la creatività e l’innovazione necessaria per raggiungere quell’obiettivo. Nei prossimi decenni, il bilancio europeo mobiliterà mille miliardi di fondi. Saranno soldi europei, cofinanziamento nazionale, investimento privato, fortemente sostenuto dalle risorse della Banca europea d’Investimento. lo scorso mese, quarantaquattro tra i maggiori investitori europei, che detengono tremila miliardi di asset, hanno chiesto all’Unione europea di trasporre la neutralità climatica in legge, perché sostengono che gli interventi legislativi daranno maggiore certezza. Responsabilità e confidenza per fare gli investimenti. Il Deal è la nostra nuova strategia di crescita. Tutti quanti dovremo affrontare i limiti derivanti da un’economia basata sul carbone ed è per questo che tutti avremo bisogno di tecnologie verdi. L’uso di altre risorse creerà valore, crescita e innovazione. Non ha senso, tuttavia, ridurre le emissioni di gas serra a casa se poi le importiamo dall’esterno. È una questione di giustizia ed equità. Per cui ci proteggeremo dalla concorrenza sleale»

Riferendosi poi a una possibile tassa sul carbone ha aggiunto: «Uno dei modi per difenderci è attraverso l’introduzione di un’imposta di confine sul carbone, ma preferisco incoraggiare i nostri partner internazionali. Ad esempio, la California sta indicando la strada da questo punto di vista con un sistema commerciale che copre l’85% delle emissioni di anidride carbonica. Anche la Cina ha fatto dei progressi nel suo sistema di prezzi basato su Co2. Se riuscissimo a trasformare questo sistema di prezzi in un sistema globale a parità di condizioni non avremo più bisogno di una tassa di confine sul carbone. Questo è un esempio di una cornice legale moderna di cui abbiamo bisogno».

Fare affari con l’Unione europea significa infatti rinvenire «un partener affidabile che lavora per un mondo più giusto – ha sottolineato -, ma vi chiediamo di giocare in maniera corretta in cambio».

Ella ha ricordato alla platea e al mondo intero che l’Ue ha il mercato comune più esteso del mondo, la terza economia più grande che promuove e riceve i maggiori investimenti diretti esteri anche grazie agli oltre ottanta accordi di libero scambio e i settecento accordi commerciali.

Riguardo all’economia digitale, ha evidenziato sia le opportunità per la crescita che i rischi relativi all’identità digitale dei cittadini, considerati esclusivamente come consumatori.

«Sono piattaforme – ha detto – che agiscono come guide per affrontare e trovare soluzioni globali, come il clima e la digitalizzazione. Costruiremo un nuovo modello basato sull’economia digitale. I dati sono una fonte rinnovabile di energia. Ogni otto anni raddoppiamo l’ammontare dei dati che produciamo, dati industriali, commerciali. L’85% di questi non li abbiamo mai usati e mai li useremo. Non è sostenibile. In questi dati ci sono opportunità per attività economiche e la società intera. Per questo motivo l’Unione europea creerà una cornice per permettere l’uso di questi dati. I dati porteranno innovazione e nuove soluzioni per il mercato».

Sull’aspetto relativo ai dati, ha quindi precisato che: «I nostri scienziati hanno già cominciato a farlo. Stiamo aprendo un’open science cloud, uno spazio per lo stoccaggio dei dati e della ricerca, che, una volta stabiliti e creati, si piegheranno all’uso e al bene della società. Permettere la condivisione di dati non personali sarà il primo pilastro della New Data Strategy. Il secondo sarà quello dei dai personali. Per noi, la protezione della dignità digitale delle persone è il principio fondamentale, l’individuo non è un mero consumatore. Nella General Data Protection Regulation (GDPR), abbiamo stabilito gli standard globali, che offre immense opportunità per le aziende ammesso che rispettino la privacy personale dell’individuo e la sua autonomia».

Infine, la presidente non ha mancato di affrontare con parole chiare il problema della crisi del multilateralismo.

Ella ha infatti affermato che: «Il World Economic Forum lotta per la cooperazione internazionale, per l’innovazione, per il multilateralismo. È vero che l’ordine globale, così come l’abbiamo concepito cinquanta anni fa, è obsoleto. Dobbiamo riconoscere che affronta sfide ogni giorno e che è ormai guidato da sentimenti personalistici. Le persone temono che il mondo possa cambiare davanti ai loro occhi. Rimangono aggrappati a vecchie regole, ma per quanto ci provino, sentono che il mondo si muove velocemente. Ci sono diversi modi per affrontare questi cambiamenti si può andare avanti escludendo gli altri con una narrativa nazionalista basato su noi e loro, o si può adottare un approccio cooperativo per creare nuovi mercati con posti di lavoro sostenibili. È questo che ci chiedono le persone. Sono pronte a cambiare ma chiedono che questa trasformazione sia accompagnata da garanzie su uno standard di vita che sia dignitoso».

Condividi: