SOCIETÀ, consumi alimentari. Roma, ristoranti: iniziativa di contrasto degli sprechi, «Tenga il resto»

Andare a mangiare al ristorante e alla fine del pasto portarsi a casa il cibo non consumato non è un comportamento sconveniente. Prende il via un’iniziativa promossa dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale e resa possibile grazie al supporto del Consorzio nazionale imballaggi alluminio (CIAL) e all’adesione di Fipe-Confcommercio, Fiepet-Confesercenti e Slow Food

Roma, 28 febbraio 2024 – Contrastare lo spreco alimentare promuovendo le buone pratiche di recuperare il cibo non consumato attraverso il coinvolgimento della rete dei ristoranti di Roma. È l’obiettivo di “Tenga il resto”, il progetto promosso  e sviluppato dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale grazie al sostegno fornito dal Consorzio nazionale imballaggi alluminio (CIAL) e all’adesione di Federazione pubblici esercizi di Roma e Provincia (Fipe Confcommercio), Federazione italiana esercenti pubblici e turistici di Roma e Lazio (Fiepet-Confesercenti) e di Slow Food. L’obiettivo è quello di di coinvolgere la rete dei ristoranti della città nell’azione volta a ridurre lo spreco alimentare.

RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI

Il progetto è stato presentato in Campidoglio dall’assessore all’Agricoltura, Ambiente Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale Sabrina Alfonsi e dal direttore della Comunicazione e delle Relazioni esterne di CIAL, Stefano Stellini, con l’assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività produttive e Pari opportunità, Monica Lucarelli e i presidenti di Fiepet-Confesercenti Claudio Pica, di Fipe-Confcommercio Sergio Paolantoni e di Slow Food Italia Barbara Nappini. Cuore del progetto è la distribuzione ai ristoranti di una speciale vaschetta in alluminio, con la quale i clienti possono portare a casa il cibo non consumato, evitandone così lo spreco.

ALLUMINIO PER NON BUTTARE VIA IL CIBO AVANZATO

CIAL ha contribuito al progetto con una donazione a Roma Capitale di 300.000 vaschette in alluminio per un totale di 1.500 kit composti da 200 vaschette, 100 buste per la consegna del contenitore ai clienti e materiale informativo per dare evidenza dell’adesione del ristorante a Tenga il resto. Il Consorzio, inoltre, predisporrà un portale dedicato che consentirà, in una prima fase, l’adesione al progetto di 100 ristoranti che potranno registrarsi e fare richiesta dei kit. L’alluminio è infatti riciclabile al 100%, tanto che la vaschetta, dopo più utilizzi, se correttamente conferita nella raccolta differenziata, può rinascere e trasformarsi per infinite volte in tanti oggetti di uso comune.

SPRECHI «PRO CAPITE» IN EUROPA

È inoltre il materiale che più di qualunque altro offre un’eccellente barriera alla luce, ai batteri, all’aria, ossigeno e al vapore. Va da sé che, quando è utilizzato come packaging alimentare, si rivela molto utile per la conservazione del prodotto contenuto, minimizzando di conseguenza la produzione di rifiuto organico. Secondo alcune stime, un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo che vengono destinati al consumo umano, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, viene perso o sprecato. È stato calcolato che i rifiuti alimentari prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento nell’Unione europea nell’anno 2021 sono stati 130 chilogrammi per abitante, pari a circa un chilogrammo di rifiuti alimentari pro capite ogni tre giorni. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la FAO, il cibo sprecato in Europa potrebbe nutrire 200 milioni di persone.

IN LINEA CON IL GREEN DEAL

Con l’introduzione del Green Deal europeo nel dicembre 2019, l’Unione europea ha ribadito il proprio impegno a dimezzare gli sprechi alimentari generati nel commercio al dettaglio e dai consumatori entro il 2030, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Nel 2020, la Commissione europea ha definito una serie di politiche e di strumenti volti a ridurre gli sprechi alimentari nel quadro del Piano d’azione per l’economia circolare e della strategia denominata “Dal produttore al consumatore”, due elementi fondamentali del Green Deal. In linea con questo percorso tracciato da Bruxelles, Roma Capitale ha iniziato a perseguire il contrasto allo spreco alimentare agendo attraverso la promozione del recupero e della distribuzione delle eccedenze alimentari attraverso la rete del terzo settore, oltreché attraverso azioni di sensibilizzazione verso comportamenti sostenibili.

A ROMA 26 CHILI PER UNO ALL’ANNO

Dati recenti evidenziano che a Roma ogni anno si sprecano oltre 26 chilogrammi di cibo per abitante ma non vi sono rilevazioni specifiche per il comparto della ristorazione che il progetto prevede di coinvolgere. Ad avviso dell’assessore Alfonsi, «con il progetto “Tenga il resto” si aggiunge un importante tassello al lavoro che l’amministrazione ha intrapreso per mettere in campo azioni concrete volte al contrasto dello spreco alimentare uno dei temi principali su cui è impegnato il Consiglio del Cibo di Roma. La riduzione degli sprechi non ha solo un’importante valenza sociale ma ha anche importanti ricadute sul fronte della sostenibilità ambientale. Desidero ringraziare, anzitutto, il CIAL per aver reso possibile il progetto con la donazione delle vaschette e con il supporto operativo attraverso il portale dedicato».

UN PROGETTO INNOVATIVO

«Un progetto reso innovativo anche grazie al prezioso supporto delle Associazioni di categoria Fipe e Fiepet e a Slow Food che, attraverso la rete della ristorazione – ha proseguito l’assessore all’Agricoltura, Ambiente Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale -, svolgeranno un ruolo fondamentale di sensibilizzazione ed educazione alimentare. Favorire il recupero dei pasti non consumati significa, infatti, incidere su fattori culturali e abitudini che in altre parti d’Italia e in Europa si sono affermati e che nella nostra città hanno bisogno di essere maggiormente promossi e diffusi».

INSICUREZZA ALIMENTARE E PARADOSSI INACCETTABILI

«In un mondo in cui la sicurezza alimentare – sottolinea al riguardo Stefano Stellini, direttore comunicazione e relazioni esterne di CIAL – “, purtroppo, non è ancora garantita per tutti lo spreco di cibo risulta oggi essere un paradosso inaccettabile. È una questione di vitale importanza sociale ma anche di sostenibilità ambientale: limitare lo sperpero degli alimenti garantisce infatti anche una riduzione di emissioni di gas serra per produrne di nuovi e una minore pressione sulle risorse naturali. Il nostro consorzio ogni giorno agisce non solo per stimolare il riciclo degli imballaggi in alluminio ma anche per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del risparmio e del recupero di materia e di energia. L’iniziativa “Tenga il Resto” ci vede impegnati nell’offrire ai ristoratori le vaschette in alluminio per consentire ai loro clienti di portare a casa il cibo non consumato».

CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI ALLUMINIO (CIAL)

Il Consorzio nazionale imballaggi alluminio viene costituito nel 1997 alo scopo di  avviare a riciclo degli imballaggi di alluminio giunti alla fine del loro ciclo di vita, materiali provenienti dalla raccolta differenziata fatta dai comuni, contribuendo così al recupero di una preziosa materia prima, evitando sprechi e salvaguardando l’ambiente. Lattine per bevande, scatolette, vaschette, bombolette e foglio sottile in alluminio divengono quindi risorse fondamentali e imprescindibili per una crescita economica sostenibile e pulita, proprio come l’industria italiana del riciclo, tra le prime al mondo per le importanti performance ambientali che riesce a esprimere. CIAL opera in Italia da oltre venticinque anni per nome e per conto delle imprese consorziate (produttori e utilizzatori di imballaggi in alluminio e riciclatori e recuperatori), promuovendo la raccolta e il recupero e sensibilizzando milioni di cittadini con la collaborazione delle pubbliche amministrazioni.

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