INDUSTRIA, siderurgia. Ex Ilva, Palombella (Uilm): «La partita è finita. È arrivato il tempo delle scelte»

Dal canto suo, la Fim Cisl ha chiesto che Palazzo Chigi convochi un tavolo e apra il confronto sindacale allo scopo di concretizzare le garanzie occupazionali e gli investimenti ai fini del rilancio e della decarbonizzazione

«La partita è finita, con la giornata di ieri sono finiti anche i tempi supplementari. Dopo diversi passaggi e scadenze, non si può continuare a dire che tutto è ancora sul tavolo, che ci sono ancora tre proposte e addirittua le condizioni per far rientrare gli altri sette acquirenti che vorrebbero lo spezzatino. Non siamo al supermercato, in questa vertenza sono a rischio oltre 15.000 lavoratori tra sociali, di Ilva AS e dell’appalto, è a rischio tutta la siderurgia in Italia, la produzione di acciaio e il piano di ambientalizzazione dell’ex Ilva. Non c’è più niente da valutare, è il momento di compiere delle scelte e assumersi delle responsabilità. Da tempo chiediamo un incontro urgente alla Presidenza del Consiglio, commissari e governo devono intervenire immediatamente e chiudere questa situazione non più sostenibile per nessuno, ma soprattutto per i lavoratori, le loro famiglie e intere comunità».

LA PARTITA È FINITA?

Quanto sopra è stato dichiarato dal segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, e del medesimo avviso è sostanzialmente anche la Fim Cisl, che per bocca del suo segretario generale Ferdinando Uliano e di quello nazionale Valerio D’Alò si è espressa al riguardo chiedendo che Palazzo Chigi convochi un tavolo e apra il confronto sindacale sull’ex Ilva allo scopo di concretizzare le garanzie occupazionali e gli investimenti ai fini del rilancio e della decarbonizzazione. «Il ricevimento dei rilanci è una fase che non rende definitiva l’assegnazione ma ci fa solo intravedere la fine del percorso di vendita. Percorso su cui come Fim Cisl abbiamo espresso la necessità di alcuni elementi essenziali perché si possa addivenire ad un accordo sindacale tra noi e chi subentra».

NECESSARIA CHIAREZZA

«Deve essere chiaro – hanno proseguito i due elementi di vertice del sindacato -che si discuterà del Gruppo nella sua interezza e che per noi nessun lavoratore, inclusi i 1.600 di Ilva in AS, deve essere lasciato indietro. Sarà fondamentale esaminare il percorso per cui arrivare a una decarbonizzazione nei tempi, nei modi e sugli impatti occupazionali che ci saranno. Il piano industriale e gli investimenti devono prevedere il rilancio di tutti gli impianti e non accetteremo esclusioni di pezzi della filiera. Non dimentichiamo che nel 2018 fu necessario più di un anno di tempo per realizzare un accordo e che i tempi fanno parte di un percorso complesso che ponga fine alla vertenza ex Ilva».

NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO INDIETRO

«Come abbiamo più volte ribadito la soddisfazione positiva delle condizioni che come sindacato abbiamo più volte richiesto consentiranno tempi più veloci della fase sindacale». Hanno concluso quindi Uliano e D’Alò: «Attendiamo da Palazzo Chigi la convocazione non appena sarà chiaro il percorso e chiediamo al Governo un impegno forte in termini di norme certe e durature per chi acquisirà il Gruppo, ed una stretta sorveglianza dei tempi di realizzazione delle opere necessarie e la presenza dello Stato nella società per dare stabilità economica e finanziaria  oltre che  garanzia per gli investimenti da realizzare per il rilancio dell’azienda. Non ci sarà un’ulteriore amministrazione straordinaria, come Fim diciamo a gran voce di fare presto e bene per i lavoratori e per il Paese».

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