POLITICA, cooperazione allo sviluppo. Allocazioni di risorse e sguardi alle dinamiche

Come e quanti soldi spende l’Italia? A chi vanno e perché? La Legge di bilancio è al vaglio del Parlamento e in essa le risorse che verranno destinate al finanziamento degli aiuti ai paesi in via di sviluppo. È «la cooperazione alla prova del governo Meloni», come efficacemente recita il titolo dell’analisi elaborata dagli esperti di Open Polis, che ha esaminato nel dettaglio gli stanziamenti degli ultimi anni e quelli che probabilmente verranno inseriti in «Finanziaria», indicando cifre e dicasteri che dovranno utilizzarli. Si tratta della prima legge di bilancio interamente ascrivibile al Governo Meloni, che registra un incremento delle risorse destinate alla voce cooperazione, una crescita che, tuttavia, ad avviso degli analisti di Open Polis, sarebbe perlopiù apparente poiché gonfiata e preludio a un calo nei prossimi anni; insdertrend.it ne ha parlato con Michele Vannucchi di Open Polis e Mario Giro, già viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale (registrazione audio A601)

Africa, Ghana, Accra, mercato, folla, africani, popolazione,

In un recente articolo redatto nel quadro del progetto Cooperazione: mettiamola in Agenda!, che viene sviluppato grazie al finanziamento dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo – https://www.openpolis.it/la-cooperazione-alla-prova-del-governo-meloni/ – vengono illustrati nel dettaglio tutti i dati relativi alla cooperazione allo sviluppo italiana con riferimento alla Legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento.

COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO

L’aiuto pubblico italiano allo sviluppo è cresciuto negli ultimi anni arrivando allo 0,32% Aps/Rnl [reddito nazionale lordo (Rnl) in aiuto pubblico allo sviluppo (Aps)], ma il dato è gonfiato e ancora distante dall’obiettivo (0,70%). Stando al disegno di legge di bilancio le risorse per la cooperazione sono in aumento nel 2024 ma tornano a calare già l’anno successivo. Infatti, nonostante l’aumento complessivo tra 2023 e 2024, calano le risorse destinate al Ministero più importante per la cooperazione, ovvero quello degli Affari esteri. L’aumento dell’Aps nel disegno di legge per il 2024 è dovuto alle risorse (447 milioni) destinate a progetti infrastrutturali in Libia. Le voci più importanti della cooperazione risultano in diminuzione, mentre quelle in aumento erano già programmate e comunque sono provvisorie. In questi giorni è in discussione in parlamento la proposta di legge di bilancio per il triennio 2024-2026, la prima interamente predisposta dal governo di destra presieduto da Giorgia Meloni, dato che lo scorso anno, quando il nuovo esecutivo entrò in carica il ciclo di bilancio era già in fase avanzata.

LA RIPRESA DEGLI AIUTI

Con l’approvazione di questa legge dunque si potrà concretamente valutare l’approccio del nuovo esecutivo nei confronti dell’aiuto pubblico allo sviluppo e degli impegni che l’Italia si è assunta in sede internazionale. Certo al momento analizziamo di un disegno di legge ancora in discussione. Tuttavia è improbabile che gli importi cambino significativamente rispetto all’iniziale proposta del governo. Da molti anni l’Italia, come gli altri paesi del Comitato aiuto allo sviluppo (Dac) dell’Ocse, si è assunta l’impegno di destinare lo 0,7% del proprio reddito nazionale lordo (Rnl) in aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) entro il 2030. Una data che ormai appare sempre più vicina. Dopo una crescita culminata nel 2017, quando per la prima volta ha toccato quota 0,30% Aps/Rnl, gli anni successivi hanno visto un crollo delle risorse italiane nel settore. Questa dinamica si è però interrotta nel 2021 e la crescita è proseguita anche l’anno successivo portando l’Aps al record dello 0,32% rispetto all’Rnl.

LE COMPONENTI DELL’AIUTO ITALIANO TRA IL 2016 E IL 2022

0,32% il rapporto Aps/Rnl raggiunto dall’Italia nel 2022, un dato importante ma molto lontano dallo 0,70% previsto entro il 2030. Per comprendere a pieno questa fase occorre però osservare più a fondo le componenti dell’aiuto italiano. Infatti se da un lato è evidente che il periodo 2018-2020 non sia stato segnato da investimenti in questo settore, dall’altro risulta chiaro che a determinare i volumi complessivi dell’Aps ha ampiamente contribuito una voce tutto sommato estranea alla politica di cooperazione allo sviluppo. Le principali componenti dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano negli ultimi anni e il peso della voce di spesa dedicata ai rifugiati nel paese donatore. Si tratta della voce di spesa «rifugiati nel paese donatore» e dunque di risorse assolutamente importanti ma che hanno a che vedere con l’accoglienza dei richiedenti asilo e non con la politica di cooperazione allo sviluppo. Infatti, pur essendo regolarmente rendicontati da Ocse come Aps, si tratta di risorse che rimangono nei confini del donatore non contribuendo al fine e agli obiettivi della cooperazione. In questa voce rientrano le spese sostenute per l’accoglienza in Italia di richiedenti o titolari di protezione internazionale. Sono la principale componente dell’aiuto gonfiato e una quota significativa dell’Aps italiano.

leggi l’articolo nella sua integralità al seguente link https://www.openpolis.it/la-cooperazione-alla-prova-del-governo-meloni/ e ascolta il dibattito di seguito su insidertrend.it (A601)

A601 – POLITICA, COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: ALLOCAZIONI DI RISORSE E SGUARDI ALLE DINAMICHE. Come e quanti soldi spende l’Italia? A chi vanno e perché? La Legge di bilancio è al vaglio del Parlamento e in essa le risorse che verranno destinate al finanziamento degli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
È «la cooperazione alla prova del governo Meloni», come efficacemente recita il titolo dell’analisi elaborata dagli esperti di Open Polis, che ha esaminato nel dettaglio gli stanziamenti degli ultimi anni e quelli che probabilmente verranno inseriti in «Finanziaria», indicando cifre e dicasteri che dovranno utilizzarli. Si tratta della prima legge di bilancio interamente ascrivibile al Governo Meloni, che registra un incremento delle risorse destinate alla voce cooperazione, una crescita che, tuttavia, ad avviso degli analisti di Open Polis, sarebbe perlopiù apparente poiché gonfiata e preludio a un calo nei prossimi anni;
insdertrend.it ne ha parlato con MICHELE VANNUCCHI, analista di Open Polis, e MARIO GIRO, docente di Relazioni internazionali, già viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale e autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio.
Condividi: