RICERCA, tecnologie 4.0. Olotrasporto integrato con l’intelligenza artificiale

La fantascienza degli anni Settanta del XXI secolo ormai è divenuta realtà

L’impresa italiana Media Engineering, infatti, sta guidando una nuova era della tecnologia olografica che risulta arricchita dall’integrazione con l’intelligenza artificiale. L’olotrasporto, neologismo che unisce i termini «ologramma» e «teletrasporto», indica un viaggio trans dimensionale di persone ricostituite in immagini 3D, ma che, in carne e ossa e in quel preciso momento, si trovano in un luogo diverso.

TRA LE PRIME A FARLO FU LA PRINCIPESSA LEILA

Molti ricorderanno sicuramente una scena memorabile del film cult “Guerre Stellari” del 1978, quella in cui la principessa Leila comparve sotto forma di ologramma. Nel medesimo periodo l’etere televisivo venne invaso dai robot dei cartoni animati giapponesi, entrati nell’immaginario collettivo di un’intera generazione per le loro indiscusse skills tecnologiche e scientifiche. Giungiamo quindi al 2021, quando l’8 ottobre di quell’anno si assistette alla prima consulenza medica a distanza fatta dalla NASA, che teletrasportò il chirurgo Josef Schmid all’interno della stazione spaziale internazionale: gli astronauti a bordo della navicella spaziale, muniti di Microsoft Hololens, futono posti nelle condizioni di interagire con il medico che in quello stesso istante si trovava nel suo studio sul pianeta Terra.

I VANTAGGI DELL’OLOTRASPORTO

«Il vantaggio dell’olotrasporto è il superamento dei limiti spazio temporali, per questo motivo diventerà sempre di più una realtà quotidiana – afferma Antonio Franzese, cofounder di Media Engineering -, inoltre, la proiezione olografica del corpo di una persona è estremamente fedele alla realtà». Realizzare il processo dell’olotrasporto è più semplice di quanto si possa pensare, anche perché è divenuta una tecnologia accessibile. Grazie a un green screen (o schermo verde) la figura della persona viene scontornata e proiettata sul dispositivo olografico collocato nel luogo finale. Media Engineering ha già sperimentato con successo questa tecnologia nel corso di un evento live che ha avuto luogo a Roma, dimostrando che tale soluzione è in grado di venire applicata in qualsiasi contesto. In particolare, è stato effettuato un olotrasporto portando uno dei relatori della conferenza da Bologna direttamente sul palco della Capitale (evitandogli così anche il traffico romano, n.d.r.).

INFINITE POSSIBILITÀ DI APPLICAZIONE

«Uno dei nostri operatori si è recato a Bologna, nella residenza del relatore – spiega Franzese -, dove ha installato una telecamera e uno sfondo verde nella residenza del professore. A Roma, abbiamo realizzato il montaggio dell’ologramma e, attraverso i nostri sistemi interni di videoconferenza e quindi proiettato la figura del relatore in tempo reale, permettendogli di interagire con il pubblico. È stato evidente lo stupore e l’incredulità che si potevano leggere sui volti delle persone, forse perché non avevano mai avuto l’opportunità di assistere a una performance così futuristica. Ma la bellezza di questa soluzione di olotrasporto sta nella sua versatilità. È applicabile in una vasta gamma di contesti. Ad esempio, possiamo olotrasportare un esperto medico da una parte del mondo all’altra per una consulto a distanza, portando l’assistenza sanitaria a un livello completamente nuovo. O possiamo portare un artista in uno spettacolo internazionale senza che debba essere fisicamente presente, aprendo nuove opportunità nel mondo dell’intrattenimento. Le possibilità sono infinite e stiamo lavorando costantemente per esplorarle».

LO «STEP» SUCCESSIVO: INTEGRAZIONE CON L’AI

Lo step successivo dell’olotrasporto, già in atto, è la sua integrazione con l’intelligenza artificiale, grazie alla quale gli avatar olografici possono simulare conversazioni fluide e realistiche con gli esseri umani su un’ampia gamma di argomenti. «Non si tratta solo di una tecnologia avanzata, ma di un cambiamento di paradigma nella comunicazione e nell’interazione umana», conclude sempre Franzese. Media Engineering è nata nel 2002 dall’intuizione degli ingegneri Antonio e Gianluca Franzese, essa affianca al proprio know how ingegneristico, la creatività e la multimedialità, questo proprio al fine di rispondere alle nuove esigenze poste dalle imprese. Attraverso la realizzazione di ologrammi, realtà virtuale e aumentata, software e applicazioni all’avanguardia, progettazione di e-Learning Management System 3D, Gamification, l’impresa romana persegue un obiettivo ben preciso, quello di innovare, immaginare una nuova visione del futuro e creare soluzioni tecnologiche per le aziende che puntano a una comunicazione digitale integrata a 360 gradi.

MEDIA ENGINEERING IN CIFRE

Il fatturato di Media Engineering è pari a due milioni di euro, mentre quindici sono le persone che lavorano per lei. L’impresa è attiva nel campo delle tecnologie 4.0, dati alla mano uno dei settori più promettenti. Infatti, il 63% delle imprese italiane sta utilizzando almeno una delle tecnologie 4.0 attualmente disponibili, mentre il restante 37% è ancora in fase di valutazione. Le prospettive per il comparto, che già oggi vale più di cinque miliardi di euro, sono sempre più sfidanti. L’impiego di tecnologie 4.0, infatti, è destinato principalmente all’automatizzazione dei processi aziendali, al miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi offerti e all’aumento dell’efficienza della supply chain. Tra gli investimenti chiave rilevati dalle aziende in questo comparto, spiccano i data analytics (per il 26% di esse), la formazione in materie digitali (25%, con l’obiettivo di colmare lo skill gap), l’industria 4.0 (24%), che ritiene il settore fondamentale per ottimizzare progettazione e processi; ma soltanto il 14% delle imprese analizzate in uno studio di settore prevede l’adozione della robotica. Media Engineering ha partecipato anche a Learning Technologies, principale evento mondiale dedicato all’apprendimento a distanza in ambito lavorativo.

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