ECONOMIA, manovra di bilancio. Il Governo Conte 2 ne rende noto l’ammontare

Il commento espresso al riguardo dal professor Mario Baldassarri dopo all’annuncio dell’esecutivo in carica sull’operazione e sull’effetto di maggior deficit per lo Stato italiano, che nei prossimi tre anni porterà il debito pubblico alla gigantesca cifra di 2.900 miliardi di euro. Il «nodo» del Mes e i rischi e i condizionamenti derivanti da un eventuale ricorso diretto ai mercati finanziari con emissioni di obbligazioni proprie

Il Governo ha presentato la manovra di bilancio, un annuncio sull’entità totale dell’operazione e sull’effetto di maggior deficit per lo Stato italiano, quindi – a oggi – la manovra ammonta a 40 miliardi di euro e implica un’ulteriore aumento del deficit, quindi di debito pubblico, pari a circa 23 miliardi, questo al netto delle indiscrezioni che stanno circolando nei corridoi dei ministeri e dei palazzi della politica.

La manovra di bilancio. In essa sono inclusi il prolungamento della cassa integrazione guadagni (cig) e alcune previsioni di sostegno alle attività produttive, tuttavia di modesta entità.

Nella sua consueta intervista concessa al giornalista Claudio Landi, trasmessa da Radio radicale il 19 ottobre scorso, Mario Baldassarri – già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale – ha sottolineato la «modestia dell’entità della manovra, sia sotto l’aspetto quantitativo che sotto quello qualitativo, con riferimento all’entità della crisi che sta interessando il Paese, soprattutto alla luce della seconda ondata dell’epidemia di coronavirus».

Dunque, secondo  l’economista marchigiano andrebbe varata una manovra più ampia, inoltre, il documento recentemente presentato dall’esecutivo «non dice nulla circa l’utilizzo dei finanziamenti europei, né in termini di Mes che di Recovery Fund».

Permane poi il «buco nero» del mancato indennizzo da corrispondere alle imprese dei settori maggiormente colpiti dagli effetti del blocco delle attività produttive decretato in funzione del contenimento dei contagi di Covid-19, settori come il turismo e la ristorazione nonché alla categoria dei lavoratori autonomi, poiché finora il Governo è intervenuto soltanto a copertura del mancato fatturato del mese di aprile. Oggi, in prospettiva, una seconda ondata di contagi potrebbe generare ulteriori perdite a queste imprese.

Inoltre, sempre secondo Baldassarri, il Governo dovrebbe fare maggiore chiarezza riguardo alla destinazione dei cento miliardi di maggiore deficit determinati dalle precedenti manovre e se sono stati spesi tutti, un interrogativo che sorge dalla mancata promulgazione dei regolamenti di attuazione relativi ai precedenti decreti.

Il nodo del Mes e il gigantesco debito pubblico. Con riferimento al possibile ricorso ai 37 miliardi derivanti dal Meccanismo europeo salva Stati (Mes), rispondendo a una domanda postagli dal giornalista Landi, che riportava le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio sulla non convenienza del Mes dati gli attuali tassi di interesse di mercato, Baldassarri ha replicato che «il problema non è semplicisticamente quello del risparmio sui tassi di interesse – in ogni caso perché non prenderli, visto che costano meno -, ma quello della condizione di rischio, poiché esporsi sui mercati finanziari con emissioni dirette di Titoli di Stato italiani, anche se in questo momento pare che possano venire collocati, non è detto che incontri una situazione di mercato favorevole anche nei prossimi mesi, cioè, non è detto che gli operatori attivi sui mercati vorranno ancora acquistarli».

Allo specifico riguardo, Baldassarri fa notare che nella Nota aggiuntiva al Documento di economia e finanza (Nadef) il Governo ha dichiarato che quest’anno il debito pubblico ammonterà a 2.600 miliardi di euro e, nelle proiezioni, nei prossimi tre anni crescerà a 2.900 miliardi.

«Questo significa che in questo periodo di tempo l’Italia emetterà trecento miliardi in più di Titoli del debito pubblico. Ora, è evidente – ha egli aggiunto –, che se questi miliardi deriveranno dal Mes e dai finanziamenti europei per la loro gran parte sarà una cosa, ma se invece si dovrà fare ricorso per la gran parte a collocazioni dirette sul mercato l’esposizione ai severi condizionamenti e ai rischi saranno maggiori, poiché i mercati finanziari a quel punto potrebbero negare la fiducia allo Stato italiano».

Recovery Fund: la condizionalità derivante dai progetti. Anche qui al momento ancora delle incognite, poiché «il piano italiano di progetti e di riforme è di là da venire».

A269 – ECONOMIA, MANOVRA DI BILANCIO: IL GOVERNO CONTE 2 RENDE NOTO L’AMMONTARE. Il commento del professor MARIO BALDASSARRI riguardo all’annuncio sull’operazione e sull’effetto di maggior deficit per lo Stato italiano, che nei  prossimi tre anni porterà il debito pubblico alla gigantesca cifra di 2.900 miliardi di euro.

A oggi la manovra ammonta a 40 miliardi di euro e implica un’ulteriore aumento del deficit, quindi di debito pubblico, pari a circa 23 miliardi, questo al netto delle indiscrezioni che stanno circolando nei corridoi dei ministeri e dei palazzi della politica.

L’economista già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale, ha sottolineato la «modestia dell’entità della manovra, sia sotto l’aspetto quantitativo che sotto quello qualitativo, con riferimento all’entità della crisi che sta interessando il Paese, soprattutto alla luce della seconda ondata dell’epidemia di coronavirus».

Dunque, secondo  l’economista marchigiano andrebbe varata una manovra più ampia, inoltre, il documento recentemente presentato dall’esecutivo «non dice nulla circa l’utilizzo dei finanziamenti europei, né in termini di Mes che di Recovery Fund».

Riguardo alla non convenienza del Mes dati gli attuali tassi di interesse di mercato, Baldassarri ha affermato che «il problema non è semplicisticamente quello del risparmio sui tassi, ma quello della condizione di rischio, poiché esporsi sui mercati finanziari con emissioni dirette di Titoli di Stato, anche se in questo momento sono collocabili, non è detto che si incontri una situazione favorevole anche nei prossimi mesi, quindi non è detto che i mercati vorranno ancora acquistarli».

Nella Nadef il Governo si afferma che il debito pubblico italiano nei prossimi tre anni crescerà a 2.900 miliardi, ciò vorrà dire che verranno emessi trecento miliardi in più di Titoli di Stato. Ora, è evidente – ha aggiunto Baldassarri –, che se questi miliardi deriveranno dal Mes e dai finanziamenti europei per la loro gran parte sarà una cosa, se invece si dovrà fare ricorso per la gran parte a collocazioni dirette sul mercato, l’esposizione ai severi condizionamenti e ai rischi saranno maggiori, poiché i mercati finanziari a quel punto potrebbero negare la fiducia allo Stato italiano».

Osservazioni, critiche e altre considerazioni su imprese, lavoro, blocco dei licenziamenti e altro, sono state svolte nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda su Radio Radicale il 19 ottobre 2020, durante la quale l’ex viceministro dell’Economia ha interloquito con il conduttore, il giornalista Claudio Landi.

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