CRIMINALITÀ, spoliazione dei beni. Roma, arrestati un avvocato amministratore di sostegno e un imprenditore suo complice: si appropriavano dei beni degli anziani “tutelati”

Nel quadro dell’Operazione «Lazzaro» la Guardia di Finanza ha portato a termine una indagine concernente i reati di peculato e corruzione in atti contrari ai doveri d’ufficio

Guardia di Finanza (GdiF), posto di blocco, militare e paletta, autovettura,

Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza mediante la quale il Tribunale della capitale aveva disposto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, la custodia cautelare in carcere nei confronti di avvocato e un imprenditore.

I destinatari della misura sono indagati per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, le indagini – svolte dai militari delle Fiamme gialle della Sezione di polizia giudiziaria e del Nucleo di polizia economico-finanziaria-Gruppo tutela spesa pubblica, hanno consentito di portare alla luce una serie di condotte illecite che uno degli accusati (in qualità di amministratore di sostegno di persone molto anziane e totalmente incapaci di intendere e di volere) assieme al suo presunto complice hanno posto in essere al fine di perpetrare – come ha per altro evidenziato il Giudice delle  indagini preliminari (Gip) nel provvedimento emesso – «un vero e proprio “saccheggio” delle proprietà delle vittime».

Per giustificare i pagamenti e “drenare” le disponibilità finanziarie dei diversi assistiti, il professionista si faceva emettere da società riconducibili al suo complice fatture per svariate migliaia di euro al mese, relative a prestazioni di assistenza asseritamente rese da infermieri o badanti, ma mai effettuate oppure effettuate soltanto in parte, ovvero, provvedeva a pagare più volte le stesse attività, finanche alla stessa persona.

Le spoliazioni non avevano a oggetto soltanto denaro, ma anche immobili. Infatti, per il tramite dell’amministratore di sostegno, il complice ha venduto, richiedendo l’autorizzazione d’urgenza al Giudice tutelare, la nuda proprietà dell’appartamento di una donna ormai morente, sito nel quartiere Prati, a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, ricevendo dall’acquirente – indagato, in concorso, per corruzione – un illecito compenso in contanti.

Oltre alla misura cautelare personale, il Gip ha disposto il sequestro preventivo fino alla concorrenza di circa 150.000 euro nei confronti dei due accusati, dell’acquirente dell’appartamento e di un altro professionista, anche egli indagato per peculato per aver pagato all’amministratore di sostegno delle anziane vittime, fatture per servizi assistenziali resi a fronte di corrispettivi di importo largamente inferiori.

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