LIBIA, CONFLITTO. Attaccati gli impianti di Eni e Noc: sospesa la produzione ad El Feel

Il fatto avviene a poche ore dalle dichiarazioni rese pubblicamente dal Ceo di Eni Claudio Descalzi, che martedì ha confermato la pessima situazione in Libia, descrivendola al pari di una «malattia cronica».

A causa delle attività militari in corso la compagnia petrolifera libica National Oil Corporation (Noc) ha annunciato l’interruzione della produzione nel giacimento petrolifero di El Feel, situato nel bacino di Murzuq, nei pressi della città di Sabha, a 650 chilometri a sud di Tripoli.

In un comunicato stampa diffuso nel pomeriggio, il presidente della Noc Mustafa Sanallah ha reso noto che in precedenza erano stati effettuati degli attacchi aerei in prossimità del giacimento petrolifero El Feel (l’Elefante) e contro un compound che ospita il personale della compagnia addetto al complesso estrattivo.

Sanallah ha rassicurato sul fatto che «il personale della Noc si trova attualmente in zone sicure, ma non può riprendere le sue normali funzioni – aggiungendo che – la produzione resterà bloccata» fino alla cessazione delle attività militari e al ritiro di tutti i combattenti dall’area.

I combattimenti tra le forze del governo di accordo nazionale libico (Gna) del premier Fayez al-Sarraj e quelle del generale Kahlifa Haftar hanno investito direttamente anche l’area degli impianti dove opera l’Eni in joint-venture con la Noc, la compagnia di stato libica che servendosi di twitter ha annunciato la sospensione.

La compagnia libica specificato che non verrebbero segnalati danni materiali o alle persone. Dal canto suo, il gruppo energetico di Piazza Mattei attraverso il suo ufficio relazioni esterne ha reso noto che non rilascerà dichiarazioni a commento del fatto, poiché a esprimersi sarà esclusivamente la Noc mediante i suoi comunicati stampa.

La produzione del giacimento di El Feel, operato della joint venture italo-libica Mellitah Oil and Gas, è stimata in oltre 70.000 mila barili di petrolio al giorno. A rivendicarne il controllo è stata la Forza di protezione del Sud della Libia, una milizia comandata da Hasan Mousa, uno degli alleati/componenti del governo libico di Accordo Nazionale.

Pochi giorni fa era stato confermato l’avvenuta assunzione del controllo del campo di El Feel da parte di forze della coalizione di Khalifa Haftar, dopo che erano andate a buon fine le trattative intavolate con i gruppi tuaregh locali, che avevano iniziato a prepararsi a consegnare alle Petroleum Facility Guards gli impianti, a seguito delle preoccupazioni espresse dalla Noc alla luce degli ultimi sviluppi della situazione.

La Mellitah Oil & Gas – che gestisce anche il giacimento di El Feel – rappresenta, di fatto, la maggiore compagnia petrolifera attiva in Libia, in quanto produce 600.000 equivalenti barili al giorno di petrolio greggio, gas naturale, gas condensato (propano, butano e nafta), oltre a 450 tonnellate giornaliere di zolfo.

L’attacco avviene a poche ore dalle dichiarazioni rese pubblicamente dal Ceo di Eni Claudio Descalzi, che martedì ha confermato la pessima situazione in Libia, descrivendola al pari di una «malattia cronica».

Intervenendo in un forum organizzato dall’agenzia Ansa, egli ha sottolineato che «è necessario trovare una soluzione alla crisi libica, perché se la Libia soffre, l’intera regione del Mediterraneo meridionale soffrirà, e ovviamente anche L’Europa».

«Dobbiamo sederci e parlare e avere una visione a lungo termine», ha infine concluso.

Oltre al gigante del settore energetico di Piazza Mattei, nel Paese nordafricano operano anche numerose imprese italiane attive nell’indotto petrolifero.

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