Si potranno dunque processare e giudicare i presunti responsabili della morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato per una settimana e quindi ucciso in Egitto nel febbraio del 2016, il cui cadavere venne rinvenuto nelle strade del Cairo. Infatti, la nuova normativa conseguente alla riforma della Giustizia varata dal precedente Governo, quello presieduto da Mario Draghi che vedeva al Ministero della Giustizia Marta Cartabia, prevede la possibilità di procedere «in assenza», cioè quando il giudice ritiene provato che l’assenza dell’imputato all’udienza sia dovuta a una scelta volontaria e consapevole. È il caso degli agenti segreti egiziani accusati del terribile assassinio, riguardo ai quali nei giorni scorsi è stata depositata in Tribunale una memoria che accoglie le tesi formulate dalla Procura della Repubblica di Roma, secondo cui anche in mancanza della notifica degli atti agli imputati si possa svolgere il processo.
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