ACQUA, risorse idriche. Cambiarne la gestione e l’utilizzo per adattarsi ai mutamenti climatici

Nell’articolo pubblicato il primo novembre 2023 da “l’Astrolabio” (progetto editoriale degli Amici della Terra), l’autore, che è amministratore delegato di A2A Ciclo idrico, illustra come le nuove tecnologie per la mappatura del sottosuolo possono aiutare nell’adozione di piani di gestione dell’acqua, indispensabili per la tutela e per l’utilizzo responsabile di una risorsa che diviene sempre più scarsa

a cura di Tullio Montagnoli, amministratore delegato di A2A Ciclo idrico – È ormai assodato che la disponibilità della risorsa acqua, da sempre abbondante in Italia, non lo sia più e le pratiche d’uso, che non hanno mai tenuto conto di una possibile carenza, debbano, ora, considerarla. Da qualche anno, a cadenza più o meno intensa, sperimentiamo stagioni siccitose ed eventi alluvionali. Il 2022 è stato l’anno da non dimenticare, perché ci ha posti di fronte alla realtà dei prossimi lustri e alle difficoltà che dovremo affrontare per poter continuare le nostre attività civili, agricole e industriali nonostante la riduzione quantitativa di un elemento, l’acqua, che è pilastro di tutto.

PIANIFICAZIONE DELLA GESTIONE: DUE DIRETTRICI PRINCIPALI

Da sempre, la gestione della risorsa idrica è stata prevalentemente motivata da emergenze o da necessità; anche di fronte all’inquinamento, si è spesso preferito posare nuove reti che realizzare impianti di depurazione ottemperando alla Legge Merli (Legge n.319/1976). Lo scenario attuale ci deve far capire che, per quanto tardi, è il momento di pianificare la gestione della risorsa acqua allargando la visione e sviluppando in due direzioni il perimetro attuale. La prima direzione di sviluppo riguarda il bacino idrografico: l’acqua non ha confini, se non quelli geologici e idrografici; questo elemento lo aveva già considerato l’estensore della Legge Galli (Legge n.36/1994), che aveva individuato gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) nei bacini idrografici o sub-bacini, anche se poi, di fatto, gli ATO hanno preso le forme delle provincie. Oggi, è necessario tornare allo spirito della legge. Considerare tutti gli usi della risorsa è la seconda direzione di sviluppo, abbandonando i ragionamenti e le politiche gestionali a compartimenti stagni (civile, industriale e agricolo) ma coordinando l’utilizzo, che può essere plurimo.

RIUTILIZZO, RIUSO, EFFICIENZA, CONSAPEVOLEZZA; NO AGLI ABUSI

Allo stesso tempo, devono diventare pratiche comuni, e non eccezionali, quelle di riutilizzo e riuso dell’acqua, portando in tutti i comparti l’efficienza che merita una risorsa preziosa non solo a parole, ma anche nei fatti. Occorre promuovere la consapevolezza della necessità di un utilizzo che faccia i conti con la futura, aimè già presente, carenza; promuovere metodologie d’uso basate su dati oggettivi. Abbandonare l’attuale abuso è il primo obiettivo culturale che ci si deve dare per raggiungere vecchie e nuove generazioni. Il corretto approccio ai consumi con lo sviluppo del riuso e del riutilizzo è il primo passo per ridurre il sovrasfruttamento che hanno avuto le nostre fonti nel 2022, anno in cui l’Italia ha perso 36 miliardi di mc (equivalente a un intero Lago Maggiore o a 60 laghi Trasimeno) dai propri stoccaggi rappresentati da laghi, invasi, ghiacciai e falde acquifere. Le precipitazioni del 2023, tutto sommato in linea con la media degli ultimi 23 anni, oltre a essere state distribuite in pochi mesi non hanno permesso di rimpinguare il volume perso nelle falde e ancor meno quello nei ghiacciai dove non ci sono state precipitazioni nevose. Il 2022, inoltre, ha beneficiato dell’acqua che scorreva nei nostri fiumi, dell’apporto dei ghiacciai che si stanno sciogliendo, apporto che non avremo più quando queste riserve d’alta quota saranno esaurite secondo un percorso ormai avviato da anni e che non accenna a ridursi.

GEOGRAFIA SUPERFICIALE E GEOLOGIA DEL SOTTOSUOLO

Basarsi su un’adeguata conoscenza della geografia superficiale e della geologia del sottosuolo. Con il cambiamento evidente del regime pluviografico, con precipitazioni di maggior intensità e dopo lunghi periodi siccitosi, l’acqua ha difficoltà ad infiltrarsi nel sottosuolo per raggiungere le falde e scorre velocemente verso valle, giungendo al mare se non utilizzata. Un corretto approccio che deve partire dalla gestione dei suoli e delle pratiche agricole deve essere sorretto da un’adeguata conoscenza della geografia superficiale e della geologia del sottosuolo. Se vogliamo accumulare l’acqua che cade troppo abbondante in alcuni periodi per averla disponibile nel momento di siccità, non possiamo prescindere dall’utilizzo degli acquiferi sotterranei come bacino d’accumulo. Possiamo anche ipotizzare accumuli superficiali ma l’accumulo sotterraneo, dove non c’è evaporazione ed è protetto da ciò che può accadere in superficie, richiede un minimo consumo di suolo per le opere propedeutiche all’immissione in falda.

GESTIONE DELLA RISORSA: LE MAPPE E LE AREE DI SALVAGUARDIA

La gestione della risorsa sotterranea passa dallo sviluppo di mappe, che aiutino gli enti preposti alla pianificazione, a individuare aree di salvaguardia per proteggere gli acquiferi sotterranei ed aree deputate alla ricarica delle falde. La conoscenza dei flussi sotterranei permette di individuare acquiferi più o meno pregiati che possono essere destinati ai diversi utilizzi. Oggi è possibile, con investimenti non proibitivi, ricostruire in un tempo relativamente breve la geologia del sottosuolo con sufficiente precisione e senza ricorrere ciecamente a dati stratigrafici recuperati da archivi.

leggi l’intero articolo su “l’Astrolabio” al seguente link: http://astrolabio.amicidellaterra.it/node/3078

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