STRATEGIA, Occidente e sicurezza. I dilemmi della NATO al vertice di Vilnius

Nella sua analisi pubblicata su affarinternazionali.it., alla vigilia dell’importante summit alleato nel Paese baltico, Ettore Greco prende le mosse da un interrogativo: otterrà Volodymyr Zelensky il «chiaro segnale» che ha chiesto a gran voce alla NATO? E inoltre, nel corso del vertice che avrà luogo l’11 e il 12 luglio verranno discusse questioni di grande rilevanza per il futuro dell’Europa, tuttavia al centro dell’incontro ci saranno soprattutto le relazioni con Kyiv. Ma, cosa chiede esattamente il presidente ucraino e in che misura le sue richieste potranno trovare riscontro nelle decisioni che eventualmente verranno assunte a Vilnius? Intanto, sullo sfondo aleggia in maniera persistente lo spettro della terza guerra mondiale

di Ettore Greco, articolo pubblicato il 10 Luglio 2023 su affarinternazionali.it – https://www.affarinternazionali.it/dilemmi-nato-vertice-vilnius/ Un’entrata dell’Ucraina nella NATO con le ostilità in corso rischierebbe di portare l’alleanza a uno scontro con la Russia. Uno scenario che nessun Paese membro ha finora dichiarato di contemplare. Sin dall’inizio dell’aggressione russa, la NATO ha escluso un intervento diretto nel conflitto, evocando lo spettro di una terza guerra mondiale, con una chiara allusione al rischio di uno scambio nucleare. È per questo che l’alleanza ha respinto, fra l’altro, la richiesta iniziale di Kyiv (Kiev) di creare una zona di interdizione aerea (no-fly zone) sui cieli ucraini per contrastare la superiorità aerea di Mosca.

NESSUN COINVOLGIMENTO DIRETTO DELLA NATO IN UCRAINA

Questa posizione non è cambiata: l’Alleanza non è disposta ad assumersi un impegno alla difesa dell’Ucraina che implichi un coinvolgimento diretto delle forze armate dei paesi membri. Non solo: Washington ha anche cercato costantemente di dissuadere Kyiv a intraprendere azioni militari contro Mosca, in particolare sul territorio russo, che possano innescare un’escalation incontrollabile. Potrà cambiare in futuro questo atteggiamento riguardo all’entrata dell’Ucraina nella NATO? Sì, è la risposta che prevale nell’alleanza, ma solo quando cesserà il conflitto. I fautori di una rapida entrata dell’Ucraina nella Nato obiettano però che, condizionandola alla fine delle ostilità, di fatto a un esito del conflitto positivo per l’Ucraina, si dà alla Russia un potere di veto; le si offre anzi un incentivo a continuare la guerra. Non è un’obiezione molto convincente: Putin ha in ogni caso un interesse vitale a evitare una sconfitta. Punta chiaramente a prolungare il conflitto nella speranza che a cedere sia l’Occidente. È questo il suo fondamentale calcolo strategico. Né è immaginabile, come qualcuno ha proposto, un’entrata dell’Ucraina accompagnata da una sospensione temporanea, nei confronti di Kyiv, dell’articolo 5 del trattato fondativo dell’Alleanza, che prevede l’impegno alla mutua difesa, poiché una simile mossa equivarrebbe a una grave perdita di credibilità per la NATO.

ASPETTANDO LA FINE DELLA GUERRA: I RAPPORTI TRA KIEV E L’ALLEANZA

I rapporti tra NATO e Ucraina dopo la fine del conflitto. Dunque, l’entrata dell’Ucraina nella NATO potrebbe avvenire soltanto a guerra finita, o almeno dopo uno stabile armistizio. Gli alleati dovrebbero raggiungere un accordo su un esito del conflitto soddisfacente per gli ucraini e rassicurante per la sicurezza europea. Si dovrebbe raggiungere un’intesa sui confini che la NATO s’impegnerebbe a difendere in ossequio all’articolo 5, intesa che sarebbe, almeno sulla carta, più facile, se l’Ucraina riuscisse a riconquistare tutti i suoi territori, se cioè si tornasse alla situazione pre-2014. Sarebbe molto più complicata invece se, anche dopo la fine delle ostilità, la Russia continuasse a occupare porzioni di territorio ucraino. In tal caso, Kyiv dovrebbe rinunciare a riprendersi con la forza i territori ancora in mano ai russi.

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