SOCIETÀ, uomini e animali. Polemica dopo le dichiarazioni rese da Eugenia Roccella; le reazioni del mondo dell’associazionismo

Il ministro della Famiglia è intervenuta oggi allo scopo di chiarire che le sue parole sarebbero state strumentalizzate e, inoltre, di essere rimasta colpita dalla «solitudine crescente della nostra società». La rettifica dell’esponente del Governo Meloni ha tuttavia innescato una serie di reazioni da parte dell’universo animalista, che è intervenuto anche sulle connesse tematiche della de-natalità e del welfare in Italia

Proseguono le polemiche e le puntualizzazioni a seguito delle dichiarazioni sull’attribuzione dei nomi di esseri umani ai cani che erano state rese nella giornata di ieri da Eugenia Roccella, attuale ministro della Famiglia, che riferendosi a chi chiama gli animali domestici con nomi di persone aveva affermato che «in questo modo trasferiscono il loro bisogno di avere figli».

LE PRECISAZIONI DI EUGENIA ROCCELLA

Ebbene, oggi l’esponente del Governo Meloni è tornata sull’argomento per precisare il senso delle sue parole, «poiché – ha ella inteso sottolineare – sono state strumentalizzate», aggiungendo di essere rimasta colpita dalla «solitudine crescente della nostra società». Quindi, probabilmente costretta dalla pressione di una opinione pubblica che consuma continuamente e in tempo reale nella Rete immagini e slogan, non è riuscita a resistere al politicamente corretto al fine di recuperare: «Girando per il web, il mio nuovo obiettivo sembrerebbe essere la rivolta contro i nomi umani ai cani e ai gatti – ha affermato -; che fare? Riderci su? Prendiamola come un’occasione per dire cosa penso davvero. Amo i cani e i gatti, ne ho sempre avuti e tuttora a casa mia vivono un cagnolino zoppo salvato dalla strada, che si chiama Spock, e tre gatti dai nomi simil umani: Donald, perché è rosso col ciuffo come Trump, Oliver, Colette».

LE REAZIONI DELL’ASSOCIAZIONISMO ANIMALISTA

Inevitabilmente, la discussione su un tema che si presenta apparentemente superficiale ma che nei fatti non lo è, si è proiettata sul piano sociale, coinvolgendo ovviamente anche l’universo associazionistico animalista. Ad avviso di Valentina Coppola, presidente nazionale dell’associazione Earth, dedita alla tutela giuridica della natura e dei diritti degli animali, «questo governo ricorre all’uso di strumenti di distrazione di massa, come se fosse colpa dell’attribuzione di nomi umani a cani e gatti se in Italia non si fanno più figli, e non, invece, del fatto che nel Paese il welfare è inesistente». «Le donne che lavorano – ha proseguito la presidente di Earth -, se hanno bambini ma non dispongono di asili aziendali e non possono ricorrere a forme di smart working (lavoro da remoto, n.d.r.), saranno costrette ad affidarsi alle cure dei nonni, quando ci sono e se sono disponibili. Purtroppo, oggi sono i nonni l’unico concreto sostegno alle donne italiane che decidono di avere un bambino».

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