ECONOMIA, Italia. Rating: Moody’s: variato l’outlook, da «stabile» a «negativo»

Sconcerto a Via XX Settembre: «La decisione appare opinabile», poiché, pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento

L’agenzia Moody’s ha comunicato la variazione dell’outlook per il rating sovrano assegnato all’Italia da «stabile» a «negativo». Sebbene il peggioramento dell’outlook non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile.

UN ORIENTAMENTO NON GIUSTIFICATO

Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche anticipate indette per il prossimo 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento. Superata la fase più acuta della crisi economica causata dalla pandemia, l’Italia ha conseguito tassi di crescita del prodotto interno lordo (Pil) fra i più elevati dell’Unione europea. Dopo il 6,6% registrato lo scorso anno, la crescita annuale acquisita del Pil per il 2022 è pari al 3,4%, superiore dunque alle previsioni elaborate in aprile nel Documento di economia e finanza (Def).

SIGNIFICATIVO DECREMENTO DELL’INDEBITAMENTO NETTO

Nel 2021 l’indebitamento netto è sceso significativamente e in misura superiore alle attese. Nei primi sette mesi dell’anno il fabbisogno del settore statale è stato pari a 34,4 miliardi, in miglioramento di circa 45 rispetto allo stesso periodo del 2021; si è fortemente ridotto anche al netto delle sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility (10 miliardi). Dopo essere sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021, al 150,8 per cento, anche quest’anno il rapporto debito su Pil è atteso diminuire in misura significativa. A ciò si aggiungono l’avanzamento nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) (tutti gli obiettivi sono stati finora conseguiti, inclusi quelli riguardanti le riforme strutturali), l’andamento degli investimenti fissi lordi (cresciuti nel 17% nel 2021 e del 13% nel primo trimestre dell’anno rispetto al primo trimestre 2021, dinamica, quest’ultima, che dovrebbe confermarsi anche nel secondo trimestre.

ALTRI IMPORTANTI FATTORI DA CONSIDERARE

Inoltre, vanno anche considerati l’evoluzione del mercato del lavoro (l’occupazione in giugno segna un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente), i progressi compiuti nel conseguimento della sicurezza energetica del Paese, con la percentuale di stoccaggio delle riserve di gas naturale ha raggiunto il 74% e continua a crescere regolarmente. Nella giornata di ieri il Governo è nuovamente intervenuto per calmierare il costo dell’energia per imprese e famiglie e per sostenere le fasce più deboli della popolazione, senza modificare l’obiettivo di disavanzo pubblico fissato dal Def per il 2022.

ASPETTATIVE ECONOMICHE COMUNI IN EUROPA

L’elevato livello del debito pubblico italiano a confronto con altri paesi è già pienamente riflesso nel rating assegnato all’Italia da Moody’s, mentre il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate. Riguardo ai fattori politici, le elezioni anticipate non costituiscono un’anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi che l’attuazione del Pnrr, delle politiche di rilancio degli investimenti e dell’innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuerà in modo spedito dopo le prossime elezioni.

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