PERSONAGGI, politica e ambiente. Roma ricorda il suo «urbanista rosso»

Capire e trasformare la città: Piero Della Seta a cento anni dalla nascita, questo il convegno che ha avuto luogo ieri pomeriggio presso la Protomoteca del Campidoglio alla presenza del figlio Roberto e del sindaco Gualtieri. Ripercorso un lungo periodo della storia della Capitale che, dal dopoguerra alle giunte di sinistra, vide tra i protagonisti l’intellettuale e urbanista che lavorò a stretto contatto con Natoli e Petroselli

Il 6 febbraio del 2001 si spegneva Piero Della Seta e, per suo volere, venne seppellito nel cimitero acattolico di Roma, non lontano dalla tomba di Antonio Gramsci. In quella occasione il quotidiano “La Repubblica” titolò che se ne andava «l’urbanista rosso». Non sbagliava, poiché Della Seta era stato comunista, oltre a molto altro.

IL LUNGO PERCORSO D’IMPEGNO

Nato a Roma nel 1922, frequento il liceo Ennio Quirino Visconti fino a che gli fu consentito, cioè fino all’entrata in vigore delle leggi razziali di Mussolini, controfirmate da Vittorio Emanuele, che sancirono l’espulsione degli ebrei dalle scuole del Regno. Alcuni anni dopo, nel 1943, divenne comunista ed entrò nella Resistenza. Nell’immediato dopoguerra partecipò attivamente al dibattito sull’assetto urbanistico della città, alle iniziative per la riqualificazione delle periferie e al contrasto del fenomeno della speculazione edilizia. Dal 1951 membro della Federazione romana del Partito comunista italiano (Pci), fu consigliere comunale dal 1956 al 1985, oltreché assessore (prima ai Servizi tecnologici e poi alla Casa e alle Borgate) nelle giunte di sinistra che governarono Roma in quegli anni con Argan e Petroselli. Ma non si limitò all’impegno politico, perché a esso affiancò sempre una costante e intensa attività di ricerca.

UN VUOTO DA COLMARE

Tuttavia, a venti anni dalla sua scomparsa è difficile trovare traccia delle sue opere, perlomeno nel web. Certamente, gli archivi capitolini sono pieni dei suoi atti politici e amministrative e, inoltre, di lui ci restano i suoi numerosi saggi storici, sulle borgate e sul «sacco d’Italia». Era dunque necessario ricordarlo adeguatamente e lo è stato fatto attraverso l’iniziativa che ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri alla presenza di suo figlio, Roberto Della Seta, dell’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri e di altre autorevoli personalità che ne hanno tratteggiato la figura in un convegno la cui registrazione audio integrale è disponibile di seguito (A441). Un convegno che, giocoforza, ha costituito l’occasione di ripercorrere la storia politica, sociale e amministrativa della città dall’immediato dopoguerra al periodo delle giunte di sinistra.

TRE FASI ESISTENZIALI

Sarebbe difficile sintetizzare in poche righe la lunga opera di Piero Della Seta, ma lo si è provato egualmente a fare scandendone l’esistenza in tre fasi. La prima, dal 1945 al 1956 è stata quella successiva alla Seconda guerra mondiale, quando, già consolidati i rapporti personali e politici con Aldo Natoli, Della Seta entra nella cellula comunista universitaria e inizia a collaborare anche con Lucio Lombardo Radice e Giovanni Berlinguer. Una fase della sue vita che si conclude con l’elezione al Consiglio comunale. Qui inizia l’ideale seconda fase, che si protrarrà fino alla meta degli anni Sessanta, per la città un periodo di profonde trasformazioni e per Della Seta e i suoi compagni di intensa mobilitazione sui piani sociale e politico. Gli anni Cinquanta a Roma coincidono infatti con il ciclo di espansione urbanistica e di sfruttamento del suolo, anni che registrano anche la drammatica realtà vissuta da sfollati, sfrattati e baraccati, con l’acuirsi del conflitto tra lo strapotere della rendita fondiaria e il lavoro.

BORGATE E BORGHETTI

La terza fase, che va dalla metà degli anni Sessanta al 1976, anno questo della vittoria del Pci alle elezioni amministrative a Roma, è quella che vede Della Seta proseguire nel suo percorso di pari passo con la città. È il periodo dei suoi approfonditi studi sulla speculazione edilizia, e qui basterà citare due dei suoi saggi più noti, “La speculazione edilizia e le sue origini”, “Le campagne d’Italia” e “Borgate di Roma”. Egli profonde il suo impegno nella lotta per il risanamento delle periferie, per l’abitare, l’ambiente e la salubrità dei luoghi. È un momento in cui anche la sociologia, forse ancora giovane in Italia, coglie proprio in Roma il paradigma per le sue analisi. Con Argan e Petroselli nella Capitale verranno demolite 4.000 baracche e particolare attenzione sarà rivolta ai servizi, quali i trasporti (nel 1980 nasce la linea A della metropolitana), la sanità, la scuola e gli asili nido, mantenendo sempre il focus anche sull’agro romano, che tanta parte era (e in parte rimane) del territorio comunale romano.

L’INSEGNAMENTO TRATTO

«Non fare soltanto l’elenco dei guai, bensì avere il coraggio di trovarvi delle soluzioni», questo l’insegnamento che si trae dalla vita di Piero Della Seta, questo illuminato intellettuale e uomo politico nato cento anni fa.

A441 – PERSONAGGI: POLITICA, TERRITORIO E AMBIENTE. LA FIGURA DI PIERO DELLA SETA A CENTO ANNI DALLA SUA NASCITA. Capire e trasformare la città: Piero Della Seta a cento anni dalla nascita, questo il convegno che ha avuto luogo giovedì 12 maggio 2022 presso la Protomoteca del Campidoglio alla presenza del figlio Roberto e del sindaco Gualtieri.
Ripercorso un lungo periodo della storia della Capitale che, dal dopoguerra alle giunte di sinistra, vide tra i protagonisti l’intellettuale e urbanista che lavorò a stretto contatto con Antonio Natoli, Giovanni Berlinguer e Luigi Petroselli. Vi hanno preso parte FRANCESCO GIASI (direttore della Fondazione Antonio Gramsci), ROBERTO GUALTIERI (sindaco di Roma), MICHELE COLUCCI (ricercatore presso il CNR), GRAZIA PAGNOTTA (studiosa di Storia economica, di Storia urbana e di Storia dell’ambiente), SILVIA VIVIANI (assessore all’Urbanistica del Comune di Livorno) e VEZIO DE LUCIA (urbanista).
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