AFGHANISTAN, economia. Classe media annichilita: con i talebani sono in molti ridotti alla fame

Con la perdita del posto di lavoro numerose famiglie scivolano nel baratro della povertà. Il ricorso sempre più frequente agli aiuti del Programma alimentare dell’Onu

Nel giro di pochi mesi, con il ritorno al potere dei talebani nel martoriato Paese centroasiatico, di parti passo al crollo dell’economia nazionale si registra il profondo impoverimento della classe media, che registra il precipitare nel baratro della disperazione di molte famiglie appartenenti a quella che fino a poco tempo fa era la piccola e media borghesia, oggi rimasta senza fonti di reddito.

L’ALLARME LANCIATO DALL’ONU

L’Onu ha lanciato l’allarme sulla crisi in atto che sta portando alla fame buon parte della gente che vive nell’Emirato Islamico di Afghanistan.  Secondo i dati del Palazzo di vetro si tratterebbe del 22% della popolazione che oggi è di milioni di persone, mentre un altro 36% affronta un periodo di acuta incertezza sul piano alimentare non potendosi permettersi di procurarsi il cibo sufficiente.

Una economia che si trovava in difficoltà già in precedenza, quando a Kabul al potere c’era il governo sostenuto dagli Stati Uniti d’America, che frequentemente non era in grado di pagare i dipendenti pubblici. Ma la situazione è stata aggravata dalla pandemia di coronavirus e dalla grave siccità che ha fatto salire i prezzi dei generi alimentari. Già nel 2020, quasi la metà della popolazione afgana viveva in povertà. Infine il colpo di grazia: con l’arrivo dei talebani molte persone hanno perso il loro posto di lavoro e adesso sopravvivono a stento grazie agli aiuti del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.

FONDAMENTALI GLI AIUTI INTERNAZIONALI

Infatti, il blocco dei finanziamenti all’Afghanistan decretato il 15 agosto scorso a seguito della presa del potere degli islamisti ha finito di distruggere la già debole classe media del Paese. I finanziamenti internazionali venivano impiegati per finanziare gran parte del bilancio statale e senza di essi i talebani non sono nelle condizioni di pagare stipendi ed erogare servizi pubblici. La comunità internazionale non ha riconosciuto il governo dell’Emirato Islamico, chiedendo ai talebani di formare un esecutivo maggiormente inclusivo oltreché di rispettare i diritti umani.

Gli stessi aiuti internazionali erano poi alla base di una serie di progetti in fase di sviluppo nel paese, che avevano generato occupazione lavorativa e che adesso, per la maggior parte, sono stati sospesi. Le banche del paese sono tagliate fuori dal sistema bancario internazionale basato sul dollaro e stima che l’economia afghana si sia contratta del 40% in soli tre mesi. Negli ospedali vengono sempre più spesso ricoverati bambini emaciati e malnutriti, per lo più provenienti dalle famiglie povere che già sopravvivevano con estrema difficoltà, ma ora anche le famiglie un tempo relativamente benestanti hanno visto ridursi notevolmente, se non scomparire del tutto, i loro redditi.

AFGHANISTAN ALLA FAME

Gli Stati Uniti e altri donatori internazionali stanno convogliando denaro in Afghanistan per gli aiuti umanitari attraverso le agenzie delle Nazioni Unite, che dovrebbero garantire che le risorse non finiscano per finanziare il governo talebano. Il focus principale viene concentrato sul Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità e l’UNICEF lavorano al fine di pagare direttamente gli stipendi a medici e infermieri in tutto il paese per evitare il collasso totale del settore sanitario.

Il WFP, nel frattempo, sta fornendo aiuti diretti in denaro e cibo alle famiglie. Esso ha dovuto incrementare drasticamente il suo programma: nel 2020 ha erogato aiuti a nove milioni di persone, molte di più rispetto all’anno precedente. Nel 2021 le persone assistite sono salite a quattordici milioni, con un brusco incremento registrato a partire dallo scorso mese di agosto. L’anno prossimo, l’agenzia stima di dover aiutare più di ventitré milioni di persone, per una spesa pari a 220 milioni dollari ogni mese.

Condividi: