ALGERIA, Sahara occidentale. Passato nucleare francese e attuali relazioni bilaterali con Parigi in campo militare

Algeri chiede alla Francia di fornirle le mappe dei siti dei test nucleari. Le trattative vertono sull'assunzione finale delle responsabilità in ordine alle operazioni di riabilitazione dei siti di Reggane e In Ekker, dove vennero effettuati i test nucleari francesi, nonché sull’assistenza per la localizzazione delle zone di interramento dei rifiuti contaminati, radioattivi o chimici, finora non rilevati dagli algerini. Le reali cause del rinvio della visita ufficiale ad Algeri del premier francese Jean Castex

Nel corso di un incontro tra il generale di corpo d’armata Saïd Chanegriha (capo di stato maggiore dell’Esercito nazionale popolare algerino) e il generale François Lecointre (capo di stato maggiore della difesa francese), l’alto ufficiale algerino ha invitato Parigi (per il tramite del suo omologo interlocutore) a consegnare al suo paese le mappe dei siti dei test nucleari effettuati nel deserto negli anni Sessanta, quando cioè l’Algeria, con i suoi tre dipartimenti amministrativi, faceva ancora parte del territorio metropolitano francese.

La richiesta è stata motivata dal fine di decontaminare la regione dalla radioattività.

Lo ha riferito in un comunicato stampa il Dipartimento algerino della Difesa, che ha aggiunto come la visita di Lecointre, giunto nel Paese nordafricano giovedì scorso, ma la cui durata della permanenza non è stata definita), «mira a discutere la cooperazione militare tra i due Paesi e a scambiare analisi e punti di vista su temi di comune interesse».

«Attendiamo il vostro sostegno alla XVII sessione del Gruppo congiunto algerino-francese sul problema dei test nucleari prevista per il prossimo mese di maggio» ha affermato nell’occasione Chanegriha.

Le trattative vertono sull’assunzione finale delle responsabilità in ordine alle operazioni di riabilitazione dei siti di Reggane e In Ekker, dove a suo tempo vennero effettuati i test nucleari dalle forze armate francesi, nonché sull’assistenza indispensabile alla localizzazione delle zone di interramento dei rifiuti contaminati, radioattivi o chimici, finora non rilevati dagli algerini.

Tra il 1960 e il 1966 nel Sahara algerino i francesi effettuarono una serie di test nucleari, diciassette in totale, dei quali undici sotterranei, quindi sia prima che dopo l’indipendenza algerina conquistata dal FLN nel 1962.

La disputa sulle conseguenze sanitarie e ambientali di questo ex sito atomico sahariano ha continuato ad alimentare il malessere della memoria da entrambe le parti del Mediterraneo.

Infatti, il fascicolo dei test nucleari francesi è stato oggetto di richieste ufficiali algerine e di altre organizzazioni civiche, al fine di rivelare i luoghi delle scorie radioattive e per risarcire le vittime algerine causate dagli esperimenti.

Le responsabilità in ordine ai test nucleari francesi nel Sahara, fino ad allora confinate a una certa discrezionalità diplomatica tra i due paesi, stanno gradualmente prendendo posto nelle relazioni bilaterali.

La visita del generale Lecointre

La visita ufficiala del generale Lecointre è la prima fatta da un capo di stato maggiore della Difesa francese in Algeria dal 2014, seppure l’ufficiale francese vi si sia recato regolarmente in via informale.

Scopo di questa missione nel Paese nordafricano è quella di preparare il terreno nello specifico campo della cooperazione militare in vista della prossima visita nella capitale algerina del premier Jean Castex, pervista per domenica 11 aprile, ma rinviata ufficialmente a data da destinarsi a causa dell’epidemia di Covid-19.

In realtà, la vera causa del rinvio andrebbe rinvenuta in un disaccordo sorto tra le parti sul formato della visita che gli algerini avrebbero voluto più ampio.

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