ECONOMIA, export. Veneto, istituito il Registro di Qualità Regionale (RQR)

Uno strumento di sostegno nella vendita sui mercati, sia il nazionale che quelli esteri, agli operatori della regione attivi nei settori alimenti e bevande

Il Registro di Qualità Regionale (RQR), istituito lo scorso lunedì 16 dicembre in occasione dell’ultimo giorno della Fiera agricola di Santa Lucia di Piave, è stato concepito al fine di sostenere tutte le attività regionali nel settore alimenti e bevande, si tratta infatti di uno strumento per la qualifica, la certificazione e la promozione dei prodotti, non soltanto con riguardo alla filiera produttiva, ma anche a quella commerciale, distributiva e di somministrazione.

Quindi, l’universo veneto dell’eccellenza nel Food & Beverage ha da oggi un marchio di qualità a beneficio dei produttori e di chi commercializza e chi somministra a vario titolo le “perle” espresse dalle filiere regionali, coinvolgendo inoltre anche la scuola.

Si chiama Veneto Quality Label (VQL) (rilasciato dal RQR), nel quadro del progetto descritto ieri nei padiglioni della Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Santa Lucia di Piave da Francesco Donati, fondatore di RQR Italia, alla presenza di importanti esponenti delle categorie economiche e delle istituzioni.

Il Veneto è capofila nella prospettiva di una estensione a livello nazionale poiché sono invitate a iscriversi al Registro tanto le singole aziende produttrici, quanto i professionisti e i soggetti che svolgano un ruolo nel settore alimenti e bevande, dai player della commercializzazione diretta a quelli della somministrazione nel composito sistema della ristorazione e della ricettività.

L’iscrizione ha luogo su richiesta dei singoli operatori, sulla base di un disciplinare di valutazione e classificazione in cui le aziende, con tempi e modi estremamente snelli, ottengono un rating in grado di evidenziare il loro impegno e il legame con il territorio regionale.

Gli strumenti e i servizi a disposizione di imprese e professionisti iscritti al Registro – che possono quindi fregiare i loro prodotti e servizi con l’etichetta VQL – sono numerosi e articolati, molti di essi gratuiti.

Gli iscritti hanno la facoltà di partecipare a eventi coordinati e a iniziative di formazione e aggiornamento di elevato livello, molti dei quali inclusi nella minima quota di adesione, mentre altri vengono comunque offerti a condizioni vantaggiose.

Risultano fondamentali le sinergie realizzate con università e scuole tecniche di settore. Infatti, gli iscritti avranno a disposizione consulenti per vari ambiti del loro lavoro, compresa la ricerca, la sperimentazione e le relazioni con gli eventuali investitori.

A questi ultimi saranno poi riservati in via privilegiata i servizi resi da professionisti del settore della comunicazione via web e attraverso i media tradizionali grazie ad un ufficio stampa dedicato.

«Il progetto – ha rilevato lo stesso Donati – risponde a un’esigenza sentita da più parti. Da chi acquista cibi e bevande a chi li consuma al ristorante, dal ristoratore stesso fino al produttore il quale vuole essere sicuro che il mercato percepisca i suoi sforzi. Siamo in via di definizione del panel di esperti dei vari settori che stanno lavorando al Disciplinare in cui vengono sanciti tutti i parametri e il relativo rating, un po’ come avviene per le etichette delle certificazioni energetiche relativamente agli elettrodomestici».

Per Valter Crema, presidente della Federazione Italiana Cuochi Veneto, «il fatto di poter contare su materie prime certificate rappresenta un vantaggio che semplifica il dovere di rispondere al consumatore nel massimo range di qualità possibile. Considerando anche che i cuochi sono “ambasciatori” dell’agroalimentare all’estero, avendo spesso operato in occasione di eventi internazionali di prestigio proponendo la cucina italiana a delegati di molti paesi».

«Affrontare i mercati esteri – ha sottolineato il dottor Quiliquini, amministratore delegato di Everap-Seles – significa essere consapevoli che molti nostri competitor sono già presenti e che dunque è necessario approcciarsi con strumenti di marketing idonei. Appartenere ad un registro come il RQR vuol dire anche poter contare sul supporto di esperti in vari segmenti di specialità professionali, oggi inderogabili nel commercio internazionale».

Secondo il legale Stefano Armellini, dello studio M&B Malvestio Barel, l’idea del marchio Veneto Quality Label rilasciato dal Registro RQR contribuirà a superare molte delle opacità normative che ancora permangono in materia di tutela del Made in Italy e dei prodotti Dop e Igp, i quali riflettono solo il luogo della trasformazione ma non l’origine della materia prima.

«Un marchio che attesti effettivamente la provenienza del prodotto credo sia assolutamente interessante – ha dunque affermato -, dato che  in ambito alimentare dovrebbe valere il principio di trasparenza, ma spesso le leggi sono troppo nebulose per offrire garanzie solide nel diritto dei consumatori».

La CCIAA di Treviso Belluno, rappresentata dal dottor Francesco Rossato quale portavoce del presidente Mario Pozza, ha sposato con estremo entusiasmo l’iniziativa.

«Siamo a completa disposizione come ente camerale per dare tutto il massimo supporto a questa iniziativa che riteniamo strategica per la valorizzazione non solo delle attività, ma anche dell’intero territorio Veneto – ha dichiarato al riguardo Rossato -, con conseguenti ricadute positive anche nel mondo della ricettività turistica».

Egli si è così collegato alla dottoressa Orsetta Paladini, che ha ribadito come il Veneto sia la prima regione in Italia in termini di esportazione, «tuttavia c’è ancora molto spazio di sviluppo nei principali mercati internazionali; anche per questo siamo lieti di dare supporto al RQR regionale».

L’invito finale è quindi rivolto alle aziende venete che vogliono vedere i loro sforzi coronati sui mercati, e l’iscrizione al Registro RQR potrà dare loro la possibilità di approcciarvisi con un incrementato valore, anche di natura commerciale.

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