RUSSIA, politica. Dimissioni del governo Medvedev

Le dimissioni di Medvedev e della sua compagine governativa si legherebbero alle riforme costituzionali precedentemente annunciate da Putin, il premier uscente diverrà probabilmente capo del Consiglio di sicurezza presidenziale. Intanto Putin ha candidato Mikhail Mishustin alla carica divenuta vacante

Il premier Dmitrij Medvedev e i membri del governo della Federazione russa hanno rassegnato oggi a Mosca le proprie dimissioni.

L’atto del capo dell’esecutivo ha immediatamente seguito l’annuale discorso pronunciato al presidente Vladimir Putin sullo stato della Nazione.

Quest’ultimo ha ringraziato Medvedev per il servizio svolto al Paese, eccependo tuttavia che il gabinetto del primo ministro non ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati.

Nel corso del suo intervento Putin ha proposto una modifica della Costituzione al fine di incrementare i poteri dei primi ministri e dei membri dell’esecutivo.

Si ritiene che si tratti di una politica tesa a ritagliare una nuova posizione di potere per sé, consentendogli di permanere in diversa maniera alla guida del Paese, in vista della scadenza del suo mandato presidenza nel 2024.

Lo stesso Putin ha poi candidato Mikhail Mishustin alla carica ormai divenuta vacante presentandolo alla Duma di Stato, incaricando contestualmente il governo uscente di adempiere ai propri obblighi fino alla formazione di una nuova compagine.

Il nuovo uomo di Putin, Mishustin, è attualmente direttore del Servizio fiscale della Federazione.

Il futuro del premier dimissionario potrebbe essere quello di capo del Consiglio di sicurezza presidenziale, poiché questa sarebbe l’intenzione fatta trapelare dal presidente.

Medvedev, stretto collaboratore di Putin, era primo ministro dal 2012, carica ricoperta dopo essere stato per quattro anni presidente della Federazione russa dal 2008-2012.

Le dimissioni di Medvedev e della sua compagine governativa si legherebbero proprio a queste annunciate riforme costituzionali.

«È stata delineata tutta una serie di emendamenti fondamentali alla Costituzione -ha affermato allo specifico riguardo lo stesso Medvedev – quando questi cambiamenti verranno adottati essi avranno effetti sull’intero equilibrio dei rami del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del governo».

Il premier uscente ha infine concluso che: «In questo contesto è ovvio che noi, in qualità di governo, dovremmo permettere al presidente del nostro Paese di assumere tutte le decisioni necessarie e credo, quindi, sia giusto che il governo della Federazione russa si dimetta in conformità con l’articolo 117 della Costituzione».

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